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NASDAQ100 WEEKLY - Novembre: mese trionfale per gli indici azionari USA, per i Treasury e per l'Oro !


SI E’ CHIUSO UN MESE TRIONFALE PER GLI INDICI AZIONARI E PER L’OBBLIGAZIONARIO, CHE PROCEDONO NEL LORO CAMMINO RIALZISTA. BOOM DELL’ORO QUESTA NOTTE IN APERTURA DELLE CONTRATTAZIONI !

L’accoppiata equity e bonds, soprattutto questi ultimi, che erano ridotti a mal partito dall’inizio dell’autunno fino alla fine di ottobre, si sono presi una rapidissima e convincente rivincita nel mese trionfale di novembre. L’indice azionario tech ha portato a casa un sontuoso 11,25% ed il più ampio S&P500, il 9,62%, facendo registrare le migliori performance del 2023. Altresì i Bonds USA a novembre mettono a segno record ben più vistosi. Per il Treasury è il mese migliore come total return dal 1985, e l'ottavo miglior mese dal 1976. Infine l’ORO, che dopo essersi portato ad un soffio dal massimo storico in chiusura di contrattazioni della scorsa settimana, poco dopo l’apertura del mercato, alla mezzanotte e cinquanta minuti di oggi ha fatto saltare il banco arrivando a quotare ben 2152,30 $/oz. al COMEX.

Alla Commodity Futures Trading Commission (CFTC), agenzia federale che monitora sullo stato e sulla salute dei mercati dei derivati ​​sotto la sua giurisdizione, supervisionando i dati raccolti dai partecipanti al mercato e monitorando la liquidità ed il rischio sistemico, nel corso della scorsa settimana ha pubblicato un report che vede le posizioni nette (differenza tra futures long su quelle short) sull’indice S&P500 in aumento a 80.100 contratti contro le 65.000 di due settimane fa. Le posizioni nette sull’ORO sono aumentate a 200.100 contratti dai 171.700 contratti di due settimane fa ed infine sul Petrolio le posizioni nette sono scese a 183.200 contratti dai precedenti 207.300, poiché gli speculatori prevedono la comparsa di crepe più ampie nella conformità dell’OPEC e dubitano che i tagli volontari saranno sufficienti ad arginare le preoccupazioni sull’eccesso di offerta.

Il tema dietro a questo movimento è noto: il calo dell'inflazione, decisamente più rapido delle attese, con dati macro che non hanno deluso più di tanto, lascia intendere possibilità crescente del famigerato "soft landing", ovvero una situazione in cui l'inflazione rientra senza bisogno che l'economia rallenti più di tanto. Corollario di ciò è che le banche centrali possono rilassarsi ed eventualmente tagliare i tassi al minimo segnale di debolezza, oppure anche solo per adeguare la politica monetaria al quadro inflattivo. Questo scenario si è esplicato sui mercati con il rally appaiato di azionario e bonds e l'aumento rapido dei tagli scontati dalle curve monetarie di USA e Eurozone dei quali parleremo in seguito.

Anche nell’Eurozone i dati inflattivi sono usciti con delle sorprese al ribasso rispetto al consenso degli economisti formatosi negli ultimi giorni, con la Spagna che ha riportato un 3,2% in calo rispetto al + 3,4% atteso, la Germania che ha riportato un 3,2% in calo rispetto al 3,5% atteso, la Francia che ha riportato un 3,8% rispetto al 4,1% atteso, l’Italia (manco a parlarne) che ha riportato uno 0,7% rispetto al 1,4% atteso ed infine l’aggregato ‘core’ Eurozone che ha riportato un 3,6% rispetto al 3,9% atteso. Questo vuol dire che il maggior contributo alla sorpresa negativa non viene dalle componenti volatili, ma dall'inflazione ‘core’. Uno sguardo al grafico mostra chiaramente la situazione, con la headline quasi tornata al target e la ‘core’ ancora un po' indietro con i prezzi alla produzione che mantengono pressioni disinflattive su quelli al consumo.

Le sfumature delle dichiarazioni del Presidente della FED, Powell, allo Spelman College di Atlanta, hanno confermato che i rialzi dei tassi sono terminati. Mentre in precedenza aveva descritto i tassi come "non troppo stretti" in ottobre, ora afferma che i tassi sono "ben in territorio restrittivo". Anche se queste descrizioni potrebbero non essere intrinsecamente incoerenti, gli investitori ne hanno tratto un chiaro messaggio non detto. Da qui abbiamo visto le quotazioni del dollaro perdere per la terza settimana consecutiva, gli indici azionari continuare la salita per la quinta settimana consecutiva, le quotazioni dell’Oro salire per la terza settimana consecutiva fino a raggiungere un massimo storico ed il crollo dei rendimenti obbligazionari, con i Treasury in testa su tutte le scadenze.

Powell ha aggiunto che: "Probabilmente gli effetti completi del nostro inasprimento non sono ancora stati avvertiti ed il Comitato si sta muovendo ‘con cautela’ a questo punto, dato un migliore equilibrio tra il rischio di non fare abbastanza e di inasprire eccessivamente la politica monetaria”. Permettendosi anche una battuta affermando che: “la pubblicazione di un buon rapporto sull’inflazione è la cosa più divertente possibile”. Ovviamente, Powell ha dovuto mantenere la finzione di un rischio politico bidirezionale, affermando: "Siamo pronti a inasprire ulteriormente la politica se sarà opportuno farlo", ma come detto il mercato non gli ha creduto.

Oltretutto la scorsa settimana, il governatore della FED, Waller, ha alimentato le speculazioni del mercato, affermando apertamente che i tagli dei tassi potrebbero essere sul tavolo se l'inflazione dovesse diminuire nell'arco di diversi mesi. Le osservazioni di Waller, soprattutto considerando il suo precedente atteggiamento da ‘falco’, hanno catturato in modo significativo l'attenzione del mercato, aumentando la speculazione su potenziali tagli dei tassi, come vedremo successivamente.

Pertanto, qualunque siano le ulteriori dichiarazioni dei membri della FED che emergeranno nelle prossime settimane, il messaggio è (o almeno dovrebbe essere) chiaro: non riprenderanno ad aumentare, salvo una significativa svolta in peggio nei dati sull'inflazione in arrivo. Quindi, se è giunto il momento di tagliare i tassi per evitare la conseguenza di effetti ritardati del tasso reale, la domanda ora dovrebbe essere quanto è necessario tagliare per evitare una stretta passiva dei tassi reali mentre l’inflazione scende ? Staremo a vedere.

Passiamo ora ad analizzare il mercato monetario. Stanno emergendo alcuni segnali d’allarme. Il Beige Book ha segnalato che "l'attività commerciale ha continuato a diminuire leggermente" dall'inizio di ottobre al 17 novembre. Le continue richieste di sussidio di disoccupazione hanno ripreso una tendenza al rialzo, aumentando di 86.000 nella settimana terminata il 18 novembre, raggiungendo il livello più alto da novembre 2021. La prossima settimana, la Reserve Bank of Australia (RBA) annuncerà la sua decisione sulla politica monetaria senza alcun cambiamento previsto. Lo stesso vale per la Banca del Canada (BoC). Gli operatori di mercato non riceveranno notizie dai funzionari della Federal Reserve mentre la banca centrale entra nel periodo di blackout in vista della riunione del FOMC del 12-13 dicembre.

Da quando, poco più di un mese fa, il mantra che impazzava era "higher for longer", sembra passato un secolo. Dopo il discorso di Powell di venerdì scorso, andando ad aggiornare quanto scontato dalle curve monetarie, scopriamo che negli USA gli investitori si aspettano tra i 125 e 150 punti base di tagli dei tassi da parte della FED per la fine del 2024. Vediamo nello specifico lo strumento FedWatch del CME Group che mostra come i mercati scontino una probabilità del 98.8% che il tasso di riferimento della FED rimanga invariato al 5,25%-5,5% nella prossima riunione del 13 dicembre mantenendo una piccola riserva dell’1,2% dovuta alla pubblicazione degli importanti dati sul mercato del lavoro di venerdì. (v. grafico):

Stravolta la situazione per la prima riunione del 2024 in programma il 31 gennaio, si è passati dal 12% di probabilità di un rialzo dei tassi al 5,50/5,75% di due venerdì fa all’1,0% di venerdì scorso ma tutte queste probabilità non sono andate ad alimentare la percentuale del fermo dei tassi, bensì il primo taglio dello 0,25% (v. grafico):

Ribaltata completamente la situazione delle maggiori probabilità per un primo taglio dei tassi che dal mese di giugno è passato alla riunione del 24 marzo con una percentuale che supera il 55% contro il 36,2% di tassi fermi e addirittura di un 8,3% per un taglio dello 0,50% (v. grafico):

Infine, per l’ultima riunione del 2024 il balletto delle previsioni si sposta da un taglio minimo di tre quarti di punto percentuale o 0,75 bps (5,8% di probabilità) ad un massimo di 1 punto e tre quarti percentuale o 175 bps (13,7% di probabilità) con un picco di probabilità per un taglio di un punto e un quarto (125 bps) al 4,00/4,25% con il 30,5% di probabilità (v. grafico):

E che dire dei rendimenti, che dai livelli della seconda metà di ottobre sono crollati ai minimi da mesi nel volgere di qualche settimana? Alimentato da dati di inflazione sempre più bassi i bonds hanno accelerato il movimento di rialzo negli ultimi giorni. Le quotazioni dei Treasury nel mese di novembre hanno chiuso a segno di record registrando il miglior mese come total return dal 1985. Recupero amplificato nella giornata di venerdì scorso dopo il discorso di Powell ad Atlanta.

Ovviamente con il rialzo delle quotazioni dei Treasury sono crollate, soprattutto nella giornata di venerdì scorso, i rendimenti dei titoli di stato USA. Come possiamo notare dalla tabella comparativa e dai dati dei due fine settimana precedenti, il 2Y perde ben 41 bps passando dal 4,955% al 4,543%, mentre a scalare il Treasury 10Y perde 27 bps passando dal 4,472% al 4,197%. Infine il rendimento del 30Y perde 21 bps dal 4,603% al 4,391%. Lo spread 2Y-10Y dai 48 bps di due venerdì fa è sceso ai 34,6 bps dello scorso fine settimana.

Analisi grafica dell’indice di riferimento delle nostre operazioni, il NASDAQ100. Nonostante la modesta perdita dello 0,25% nella giornata di giovedì scorso, ciò non impedisce all’indice tech di chiudere il mese di novembre con un sontuoso + 11,25% registrando la migliore performance del 2023, cui ha fatto seguito una piccola correzione che ha aiutato l’indice ad uscire dalla zona di ipercomprato in chiusura di settimana. Correzione dovuta soprattutto dai titoli Alphabet, Intel, Meta, Microsoft, Netflix e Nvidia. Graficamente notiamo come i prezzi non abbiano minimamente tentato di richiudere il gap generato tre settimane fa, ed anzi hanno fatto registrare un nuovo massimo relativo a 16166 superando di poco anche la resistenza in area 16070 prodotta dall’estensione del 38,2% di onda (3) partendo dal minimo di onda (4), per poi essere ricacciati subito sotto codesta area. Quindi con un livello di RSI costantemente tra i 68/69 nel corso della scorsa settimana, ora gli scenari potrebbero essere due per abbassare ulteriormente tale valore: il primo riguarderebbe un consolidamento dei prezzi in questa area senza andare sotto l’area 15700, altrimenti una breve correzione in area 15500 a testare il supporto costituito dal ritracciamento del 27,2% di onda 1 di (5) con conseguente chiusura dell’ultimo gap. Mentre al rialzo troviamo la prossima resistenza in area 16700 [estensione del 50% dell’onda 5 di (3) partendo dal minimo di onda (4)] praticamente a ridosso del massimo storico posto a 16764 del 22 novembre 2021. Staremo a vedere. La settimana si è chiusa a 15997.58 con un guadagno del + 0,10%, il che porta ad un profit da inizio anno del + 46,24%.

Stesso discorso dell’indice tech vale anche per l’indice maggiore S&P500, che giovedì scorso ha chiuso il mese di novembre con un + 9,62% migliore performance mensile del 2023, cui ha fatto seguito un altro rialzo del + 0,59% in chiusura di ottava. Come detto in precedenza l’indice ha chiuso la quinta settimana consecutiva in positivo e con un valore dell’RSI a 73,5 ma, occhio, in quanto sei settimane di seguito positive sono un evento abbastanza raro. Un altro indizio di correzione in arrivo. Anche l’indice VIX, che continua a flirtare con i minimi dell’era pre-Covid in area 12.60, predica prudenza e segnala che una correzione sia alle porte, fermo restando che non pensiamo possa essere profonda, visto l’attuale ‘sentiment’. Ricordiamo che, in generale, se l’indice S&P500 sale, scende il valore del VIX e viceversa e che la media ponderata è di 20/21 punti. Graficamente notiamo la prima area di resistenza che è rappresentata dal massimo di onda 5 di (3) a 4607 e, quasi in contemporanea, troviamo l’area 4625 estensione del 61,8% di onda (3) partendo dal minimo di onda (4). Mentre per quanto riguarda le aree di supporto troviamo subito l’area 4540/4535 e a seguire l’area 4450 [ritracciamento del 27,2% di onda 1 di (5)]. Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 4594.64 con un guadagno del + 0,78% che porta ad un profit da inizio anno del + 19,67%.

Questa settimana l’indice delle blue-chip DOW JONES supera alla grande le performance degli altri due indici maggiori, raggiungendo un massimo di 36264 punti a poco meno del 2,0% dal massimo storico di gennaio 2022 e facendo registrare al valore dell’RSI gli 80 punti, situazione rarissima che si è presentata l’ultima volta nel gennaio 2018 e nell’ottobre 2017 quando passò dai 22500 punti ai 26600 nell’arco di 3 mesi. Che sia un buon presagio anche in codesta situazione ?  Buona parte del guadagno è dovuto alla pubblicazione di un’ottima trimestrale del titolo Salesforce, che negli ultimi due giorni di contrattazione ha guadagno più del 14% e General Motors che negli ultimi 3 giorni di contrattazione ha guadagnato il 12% grazie ad un aumento del dividendo del 33%, ad un avvio di riacquisto di azioni proprie pari a 10 mld $ e ripristinando le previsioni di un utile stimato di 1,1 mld $ per il 2023, nonostante lo sciopero di circa due mesi dei lavoratori del sindacato UAW. Graficamente notiamo che il massimo di onda 3 (abbiamo modificato il conteggio delle onde rispetto allo scorso lunedì) del primo agosto scorso è stato spazzato via e la successiva resistenza la troviamo in area 36500/36600 (estensione del 100% di onda 3 dal minimo di onda 4), mentre ci avviciniamo sempre più al massimo assoluto a 36952 del 5 gennaio 2022, come detto in precedenza. Per arrivare a questi traguardi è importante e salutare che avvenga una correzione che ricarichi le pile ed abbassi il livello di RSI uscendo dalla zona di ipercomprato. Quindi possibili correzioni potranno trovare supporto prima in area 35670, quindi in area 35300/35200 con conseguente chiusura del gap lasciato aperto giovedì scorso. Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 36245.51 con un guadagno del + 2,41% e che porta a segnare un profit da inizio anno del + 9,35%.

ORO INDEX

BOOM delle quotazioni dell’ORO questa mattina in apertura delle contrattazioni, alle nostre ore 00.50 il metallo giallo ha registrato il nuovo massimo storico a 2152,30 $/oz.

Ma procediamo con calma. Settimana decisamente positiva per le quotazioni dell’Oro che arrivano a sfiorare il massimo storico se prendiamo in considerazione il contratto in prossima scadenza di dicembre che ha registrato un massimo a 2073,2 $/oz., mentre il nuovo contratto con scadenza febbraio 2024 ha già superato il massimo storico precedente di agosto 2020 a 1089,2 $/oz. avendo fatto registrare un massimo a 2095,70 con chiusura settimanale a 2091,7 $/oz. Tuttavia, questi record sono nominali. In termini reali, considerando l'inflazione e il deprezzamento del dollaro, il picco dell'oro è stato nel 1980 a quello che oggi sarebbe 3.452,40 $/oz. Questo imponente rialzo è stato in parte dovuto alla pubblicazione dei dati ISM sulla manifattura in contrazione, così come tutti i suoi componenti ed in parte, come detto in precedenza, dalle dichiarazioni del Presidente della FED Powell, che parlando ad Atlanta, ha indicato che i rischi di una stretta o di una stretta eccessiva sono più bilanciati, ma ha chiarito che la FED non sta ancora valutando la possibilità di abbassare i tassi, sottolineando di mantenere una politica restrittiva finché l’inflazione non sarà sotto controllo, pur rimanendo aperto a un ulteriore inasprimento se necessario.

Per questa settimana sono segnalati i seguenti eventi: il report sui servizi ed i suoi componenti a cura dell’ISM ed il report sul mercato del lavoro con le solite richieste di sussidi di disoccupazione e gli importanti nuovi occupati mensili nel settore pubblico e privato ed il costo delle ore lavorate.

Per il futuro, l’Oro sta prendendo un’altra volata spinto dalla prospettiva dei tagli dei tassi di interesse della Fed nel 2024, che continueranno ad indebolire il dollaro USA. Inoltre, persistono incertezze a fronte di rischi geopolitici quali le tensioni tra Russia e Ucraina, le dinamiche del Medio Oriente, le imminenti elezioni presidenziali statunitensi e gli effetti economici negativi di tassi di interesse prolungati e più elevati. Pertanto, i mercati dovrebbero rimanere rialzisti anche nel 2024, poiché si prevede che le banche centrali dei mercati emergenti continueranno a diversificare nel metallo giallo come copertura contro un possibile indebolimento del dollaro USA e possibili tendenze alla de-dollarizzazione che prenderanno piede l’anno prossimo. Staremo a vedere.

A livello grafico, al rialzo c’è l’ignoto, 2112 sverniciato questa mattina, 2190 ? 2240 ? Al ribasso c’è un gap da chiudere a 2044 $/oz.

Passando agli altri due metalli preziosi che seguiamo nel nostro Portafoglio, i prezzi del Platino anche nel corso della scorsa settimana hanno tentato invano di superare la M.M. a 200 periodi non riuscendo a testare l’area 960 $/oz., che oramai rappresenta una bella resistenza. La rottura al rialzo di tale area darebbe un bel segnale di forza rialzista, mentre ora rimaniamo nel limbo del consolidamento tra le aree 950 e 920 $/oz. Che sia questa la settimana buona ?

Come per l’Oro, ottima settimana anche per le quotazioni dell’Argento che in un crescendo inarrestabile sono riuscite a rompere tutte le precedenti resistenze a 24,50, 25,00 e 25,50 $/oz. fermandosi appena sotto i 26,00 $/oz. e lasciando addirittura un gap aperto. Ora è opportuno rifiatare e consolidare i prezzi tra le aree 25 e 26 $/oz. per uscire dalla zona di ipercomprato che a tutt’oggi segna 76 punti di RSI, per poi andare all’attacco prima del 26,435 $/oz. che rappresenta il massimo relativo dello scorso maggio, quindi del 27,495 $/oz. massimo relativo del marzo 2022.

La settimana dell’Oro è si è chiusa a 2091,70 $/oz. con un guadagno del + 4,39% rispetto alla scorsa settimana e che porta ad un guadagno da inizio anno del + 14,30%. La settimana della commodity in modalità spot si è chiusa a 2072.12 $/oz. Di seguito il grafico weekly dell’ORO FUTURES FEBBRAIO 2024:

POLITICA USA

Domani, martedì 5 dicembre, i senatori terranno un briefing su Ucraina, Israele ed elementi del pacchetto di finanziamenti supplementari per la sicurezza nazionale richiesto da Joe Biden. Il Presidente statunitense nelle scorse settimane ha chiesto al Congresso il passaggio di un pacchetto da 106 miliardi di dollari con finanziamenti per la sicurezza nazionale e che include aiuti per l’Ucraina, sostegno per Israele e fondi per maggiore sicurezza al confine USA con il Messico. Al briefing prenderanno parte la direttrice dell’Intelligence Nazionale, Avril Haines, il segretario di Stato Antony Blinken, il segretario della Difesa Lloyd Austin, il presidente del Joint Chiefs of Staff Charles Q. Brown e l’amministratrice aggiunta dell’Agenzia per lo sviluppo internazionale Isobel Coleman.

Mercoledì scorso i leader della commissione forze armate del Congresso hanno promesso che il disegno di legge sulla difesa da 886 miliardi di dollari sarà emanato quest’anno. Il repubblicano Mike Rogers, presidente della commissione alla Camera, è intervenuto nell’ambito dell’apertura dei colloqui per trovare un punto di incontro tra le versioni del disegno di legge di Senato e Camera: “Sono ottimista sul fatto che troveremo un compromesso ragionevole che entrambe le camere possano sostenere. Quello che tutti qui devono comprendere è che emaneremo un NDAA (National Defense Authorization Act) quest’anno”. La Camera a maggioranza repubblicana quest’anno ha approvato un National Defense Authorization Act con 219 voti favorevoli e 210 contrari; i dem si sono opposti per alcuni emendamenti presentati dall’ala repubblicana di estrema destra che riguardano questioni sociali, come l’abolizione di una politica del Pentagono che prevede rimborsi spesa per membri del servizio che affrontano un viaggio per recarsi ad abortire. Il disegno di legge elaborato dal Senato, invece, non tocca questi temi ed è stato approvato con un ampio sostegno bipartisan. Temi che, invece, per i repubblicani restano prioritari, come spiegato da Mike Rogers: “Il disegno di legge della Camera include diverse disposizioni per richiedere la responsabilità di questa amministrazione e per porre fine alle politiche ‘woke’ imposte ai membri del servizio da burocrati di sinistra”.

Il parlamentare Adam Smith, dem della Camera e membro della commissione forze armate, ha chiesto un compromesso: “Minacciare la capacità del dipartimento della Difesa di funzionare mentre forziamo la strada per ottenere ciò che vogliamo è un gioco pericoloso”.

POLITICA USA – CINA

Il Presidente cinese Xi Jinping ha espresso le sue sincere condoglianze per la scomparsa di Henry Kissinger, l'ex segretario di Stato americano che ha svolto un ruolo cruciale nella normalizzazione delle relazioni tra Cina e Stati Uniti nel 1972. Kissinger, scomparso all'età di 100 anni, è stato elogiato da Xi come uno stratega di fama mondiale e un amico del popolo cinese. Xi ha riconosciuto il contributo storico di Kissinger alla promozione delle relazioni tra CINA e USA, sottolineando l'importanza di questa amicizia. La Cina ha espresso il suo cordoglio attraverso un messaggio inviato al Presidente americano Joe Biden e ha sottolineato il legame profondo tra Kissinger e il popolo cinese. Questo tributo è stato enfatizzato dall'agenzia di stampa Xinhua e ha ricevuto un'ampia copertura nei media cinesi e sui social media, dove molti cittadini cinesi hanno espresso la loro gratitudine per il contributo di Kissinger alle relazioni bilaterali.

Kissinger Associates, la società di consulenza politica fondata da Kissinger, ha confermato la sua morte nella sua casa nel Connecticut, ricordando il ruolo centrale da lui svolto nell'apertura della Cina e nel contribuire alla risoluzione di conflitti internazionali come la guerra dello Yom Kippur e la guerra del Vietnam. La carriera di Kissinger è stata caratterizzata da una forte interazione tra Cina e Stati Uniti, con la parola "Cina" che compare 11 volte nella dichiarazione della sua morte. Il suo viaggio segreto in Cina nel 1971 ha posto le basi per la storica visita del presidente Nixon l'anno successivo e per la successiva normalizzazione delle relazioni tra i due paesi. In seguito, Kissinger ha visitato la Cina più di 100 volte, con la sua ultima visita nel luglio del 2023. Durante questa visita, il Presidente Xi ha riaffermato l'importanza dell'amicizia tra i due popoli e il contributo storico di Kissinger alle relazioni CINA-USA.

Gli analisti hanno sottolineato il ruolo cruciale di Kissinger nel periodo della Guerra Fredda, in cui ha fornito un'importante prospettiva obiettiva sulla Cina agli americani. Ha continuato a sostenere una prudenza strategica nelle relazioni tra Cina e Stati Uniti anche durante periodi di crescente concorrenza, riconoscendo la capacità unica di entrambi i paesi di portare pace e progresso nel mondo, ma anche la capacità di causare distruzione se non cooperano. Nonostante le critiche ricevute in patria per la sua posizione sulla Cina, Kissinger è stato visto come un diplomatico "amichevole" per gli interessi degli Stati Uniti, in grado di mettere da parte i pregiudizi ideologici in favore della saggezza strategica. Il suo background unico, vissuto attraverso eventi storici cruciali come la Seconda Guerra Mondiale, ha influenzato il suo approccio realistico alle relazioni internazionali.

La sua morte è stata un momento di riflessione per molti cinesi, che hanno lamentato la perdita di un'epoca in cui gli Stati Uniti trattavano la Cina in modo realistico ed erano guidati da una mente acuta in politica estera. Gli osservatori cinesi esprimono preoccupazione sulla preservazione e l'applicazione della sua eredità nella politica estera degli Stati Uniti e della Cina in futuro.

In conclusione, la scomparsa di Henry Kissinger ha suscitato profonde emozioni sia in Cina che negli Stati Uniti. Il suo ruolo storico nella normalizzazione delle relazioni tra i due paesi e la sua saggezza strategica sono stati riconosciuti e celebrati da entrambe le nazioni. La sua eredità continua a essere oggetto di discussione e riflessione, con la speranza che la sua visione di cooperazione pacifica e pragmatica possa continuare a guidare le future relazioni internazionali.

POLITICA DELLA FED

Martedì Christopher Waller, membro del consiglio direttivo della FED, si è detto “sempre più fiducioso” del fatto che la politica ora sia ben posizionata per rallentare l’economia e riportare l’inflazione al 2%, è anche “ragionevolmente fiducioso” che questo obiettivo possa essere raggiunto senza che ci sia un forte aumento del tasso di disoccupazione. Waller ha spiegato che ulteriori rialzi dei tassi restano una possibilità nel caso in cui i prossimi dati dovessero fotografare una ripresa delle pressioni sui prezzi ed uno choc imprevisto potrebbe far saltare lo scenario del cosiddetto atterraggio morbido. Waller ha anche detto che l’inflazione è ancora troppo alta ed è presto per dire se il rallentamento in corso sarà duraturo. Il membro del consiglio direttivo della FED ha anche parlato di un mercato del lavoro ancora “abbastanza rigido”, anche se un calo nei tassi d’interesse di mercato a lungo termine ha mitigato parte della stretta creditizia alla quale la banca centrale guarda per rallentare l’economia. Waller ha anche sottolineato che i tassi d’interesse a lungo termine sono ancora ad un livello più alto rispetto a quello in cui si trovavano prima di metà anno e le condizioni finanziarie generali sono più rigide, cosa che dovrebbe esercitare una pressione ribassista sulla spesa di famiglie ed imprese.

Austan Goolsbee, presidente della FED di Chicago, ha espresso qualche preoccupazione sul rischio di una politica troppo restrittiva: “Una volta che ritieni di essere sulla strada per portare l’inflazione all’obiettivo, allora la quantità di restrizioni da applicare deve essere inferiore”.

Per Michelle Bowman, secondo quanto dichiarato martedì scorso, la FED dovrà aumentare ulteriormente il tasso sui federal funds per mantenere una politica sufficientemente restrittiva da portare l’inflazione al 2% in modo tempestivo. Bowman sostiene che non è chiaro se un ulteriore allentamento dell’offerta di beni e manodopera continuerà a far scendere l’inflazione considerate le maggiori spese tra i consumatori, i prezzi dell’energia più alti e possibili nuove carenze di manodopera nei prossimi anni legate alla tendenza di riportare più produzione dell’estero. Secondo Bowman poi alcuni segnali di insensibilità ai tassi d’interesse tra le aziende potrebbero smussare gli effetti di una politica monetaria e condizioni finanziarie più restrittive sull’attività economica e l’inflazione. Inoltre, secondo Bowman è piuttosto possibile che il livello dei tassi sui federal funds compatibile con un’inflazione bassa e stabile sarà più alto rispetto a prima della pandemia.

Mercoledì scorso il presidente della FED di Cleveland, Loretta Mester, ha detto che c’è stato un progresso visibile sull’inflazione anche se l’economia generale è rimasta relativamente forte. Secondo Mester servirà tempo per raggiungere l’obiettivo di inflazione della banca centrale, intanto la politica monetaria è in una buona posizione per permettere ai decisori politici di valutare le prossime informazioni sulle condizioni economiche e finanziarie. La possibilità di ulteriori aumenti dei tassi e quanto a lungo l’obiettivo di tasso della FED resterà elevato per Mester dipenderà dell’evoluzione dell’economia come previsto, da come cambiano i rischi e come avanzano i progressi in merito agli obiettivi di stabilità di prezzo e massima occupazione. Il presidente della FED di Cleveland ha sottolineato come ci si stia muovendo in una situazione economica di incertezza. Inoltre, ha detto: “l’attività economica e la crescita dell’occupazione hanno rallentato, anche se sono rimaste più resilienti di quanto la maggior parte degli analisti, inclusi i partecipanti del FOMC, si aspettassero all’inizio di quest’anno”.

Mercoledì scorso la banca centrale statunitense ha anche pubblicato il Beige Book, rapporto che mette insieme informazioni sulle condizioni economiche attuali raccolte dalle varie banche della Federal Reserve. Nel documento viene riportato che l’attività economica ha subìto un rallentamento rispetto all’ultimo report; quattro distretti indicano una crescita modesta, due distretti da condizioni stabili a leggermente in calo e sei riportano leggeri cali nell’attività. La FED di Cleveland ha riportato che alcune aziende hanno osservato una riduzione del potere di determinazione dei prezzi dovuta ad un indebolimento della domanda e della concorrenza. La FED di Dallas, invece, ha evidenziato pressioni sui prezzi superiori alla media nel settore dei servizi e modeste in altri settori, oltre a parlare di previsioni che sono peggiorate, con diversi contatti che hanno citato come fattori sfavorevoli l’instabilità geopolitica ed i tassi d’interesse alti.

Il presidente della FED di New York, John Williams, martedì scorso ha detto: “Le ultime notizie sull’ancoraggio a lungo termine delle aspettative di inflazione negli Stati Uniti sono per lo più rassicuranti: le misure disponibili delle aspettative di inflazione a lungo termine negli Stati Uniti sono rimaste notevolmente stabili”.

Venerdì scorso ad Atlanta ha parlato anche il Presidente della FED, Jerome Powell, che ha spiegato come ora i rischi di una stretta insufficiente o eccessiva siano più equilibrati con il FOMC che avanza con cautela. Powell ha detto che la politica monetaria sta rallentando l’economia come atteso ed ha sottolineato che probabilmente gli effetti dei rialzi dei tassi fino al livello del 5,25% devono ancora essere percepiti pienamente. Secondo il numero uno della banca centrale statunitense è ancora presto per poter dire che la lotta all’inflazione della FED sia finita. Powell ha detto: “Siamo pronti ad inasprire ulteriormente la politica se diventa opportuno fare così”; le dichiarazioni del Presidente della FED hanno anche fotografato una maggior fiducia circa il fatto che l’attuale tasso di riferimento 5,25%-5,50% possa essere sufficiente per portare a termine il lavoro. Powell ha anche detto che sembra che i contorni per un “atterraggio morbido” si stiano delineando, con un mercato del lavoro che è ancora forte anche se la crescita della spesa e della produzione rallenta e le pressioni sui prezzi si attenuano.

DATI MACROECONOMICI

L’indice di fiducia dei consumatori elaborato dal Conference Board a novembre si attesta a quota 102,0 punti contro un consensus di 101,0 punti ed un dato di ottobre di 99,1 punti (rivisto da 102,6 punti).

L’indice di prezzo delle case a livello mensile a settembre cresce dello 0,6%. In particolare, il dato è passato dai 412,2 punti di agosto (rivisti da 411,8 punti) a 414,8 punti di settembre. Il dato è rilasciato dalla Federal Housing Finance Agency.

L’S&P/Case-Shiller Home Price Index rilasciato da Standard & Poor’s, che valuta le variazioni nel valore del mercato immobiliare residenziale in 20 regioni degli USA, a livello mensile a settembre registra una crescita dello 0,2%, inferiore al +0,3% di agosto (rivisto da +0,4%). A livello annualizzato la crescita di settembre è del 3,9%, contro un consensus del +4,0% ed un +2,1% di agosto (rivisto da +2,2%).

Il secondo dato preliminare del PIL relativo al terzo trimestre 2023 segna un +5,2%, dopo che il precedente dato preliminare si era attestato a +4,9% ed il dato relativo al secondo trimestre del PIL al +2,1%. Il dato è rilasciato dall’U.S. Bureau of Economic Analysis.

Il secondo dato preliminare dell’indice di prezzo PIL del terzo trimestre 2023, invece, è al 3,5%, stabile rispetto al precedente dato preliminare sempre del 3,5%. Nel secondo trimestre è stato registrato un indice di prezzo PIL dell’1,7%. Il dato è rilasciato dall’U.S. Bureau of Economic Analysis.

Il dato preliminare di ottobre relativo alla bilancia commerciale di beni è pari a -89,84 miliardi di dollari, contro un dato di settembre di -86,84 miliardi di dollari (rivisto da -85,78 miliardi di dollari). Il dato è rilasciato dall’U.S. Bureau of Economic Analysis.

Le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione nella settimana terminata il 25 novembre sono state 218 mila, in crescita rispetto alle 211 mila della settimana precedente (riviste da 209 mila) e di poco sotto al consensus fissato a 220 mila. Il dato è rilasciato dall’U.S. Department of Labor.

L’indice di prezzo delle spese per consumi personali core (che esclude il settore del cibo e dell’energia) su base mensile ad ottobre registra un +0,2%, come indicato dal consensus e con un leggero rallentamento rispetto al +0,3% di settembre.

Su base annua, la crescita di ottobre è del 3,5%, come indicato dal consensus e con un rallentamento rispetto al +3,7% di settembre. Il dato è rilasciato dall’U.S. Bureau of Economic Analysis.

Il reddito personale a livello mensile ad ottobre cresce dello 0,2%, come indicato dal consensus. A settembre era stato registrato un rialzo dello 0,4% (rivisto da +0,3%). Il dato è rilasciato dall’U.S. Bureau of Economic Analysis.

La spesa personale, sempre a livello mensile, ad ottobre segna un +0,2%, come indicato dal consensus e in rallentamento rispetto al +0,7% di settembre. Il dato è rilasciato dall’U.S. Bureau of Economic Analysis.

Il dato sulle vendite immobiliari in corso (che misura il cambiamento nel numero di case con contratto di vendita, ma in attesa della transazione di chiusura, escludendo le nuove costruzioni) a livello mensile ad ottobre segna un -1,5% contro un consensus del -2,0% e dopo aver registrato una crescita dell’1,0% a settembre (rivista da +1,1%). Il dato è rilasciato dalla National Association of Realtors.

Il Chicago PMI a novembre si attesta a quota 55,8 punti facendo un bel balzo rispetto ai 44,0 punti di ottobre ed andando oltre al consensus fissato a 45,4 punti. Il dato è rilasciato da ISM-Chicago, Inc.

Il PMI manifatturiero S&P Global a novembre è pari a 49,4 punti, come indicato dal dato preliminare ed in calo rispetto ai 50,0 punti di ottobre.

Il PMI manifatturiero rilasciato da ISM a novembre si attesta a quota 46,7 punti, come ad ottobre e restando sotto al consensus fissato a 47,6 punti.

L’indice di occupazione nel settore manifatturiero rilasciato da ISM a novembre è pari a 45,8 punti, in calo rispetto ai 46,8 punti di ottobre.

L’indice relativo ai nuovi ordini nel settore manifatturiero rilasciato da ISM, invece, a novembre tocca quota 48,3 punti, con un bel balzo in avanti rispetto ai 45,5 punti di ottobre.

Infine, il dato sui prezzi nel settore manifatturiero rilasciato da ISM passa dai 45,1 punti di ottobre ai 49,9 punti di novembre.

PORTAFOGLI AZIONARI

Credo, senza tema di essere smentito, che la fine dell’anno sia stata molto benevola con i nostri investimenti, così come in tutto il corso dell’anno 2023. Le statistiche le riporterò nell’ultimo articolo del 2023 ma finora, ad occhio, la percentuale di operazioni andate a target rispetto a quelle in stop, sono stellari. Con i 5 titoli andati a target nel corso della scorsa settimana, abbiamo praticamente azzerato il nostro Portafoglio Storico, nel quale rimangono ANSYS ed EXELON ad eccezione della scommessa BIOMARIN sul quale, con il senno del poi, abbiamo sbagliato a non acquistare una seconda posizione ad inizio novembre dopo la pubblicazione della trimestrale economica. Amen, se torna giù ripeteremo l’acquisto, altrimenti la venderemo a pareggio. Non resta che festeggiare, nell’attesa che i mercati scendano o qualche titolo che seguiamo prenda una sonora sberla. Ora come ora acquistare sui massimi significa aumentare esponenzialmente i rischi. Quindi portiamo a casa un bel 7% su JPMorgan Chase, Paychex e On Semiconductor, un buon 7,50% su Paypal e un 7,78% su Fortinet. Intanto continuiamo a seguire il titolo HENRY SCHEIN che stava scendendo dai 70 $, ma nella giornata di venerdì scorso ha riguadagnato tutto il perduto. Aspettiamo.

Sul portafoglio “The Challenge”, si alzano le quotazioni su ENEL e BREMBO, mentre rimane abbastanza ferma MONCLER. ALIBABA continua ad essere massacrata nonostante i conti più che in ordine e speriamo di vendere a pareggio ROKU in ottica di sfoltimento dei titoli che hanno deluso le nostre attese. Aspettiamo anche di vendere l’ETF sull’Argento in quanto, anche su questo prodotto come per lo short sull’OIL, l’emittente WISDOMTREE ha effettuato delle vere porcate. Avevamo acquistato il titolo a 20,02 € a maggio 2022 quando il sottostante future quotava sui 22,60 $. Oggi con il future praticamente a 26 $ l’ETF quota 21,47 €. Basta fare due calcoli per capire che l’ETF non replica assolutamente il sottostante così come viene riportato nel KID dell’emittente, spese e commissioni comprese. Purtroppo se non ci passi non puoi verificare, se non virtualmente. In ogni caso altri emittenti non si comportano in modo così sfacciato. Rimane chiaro che tutti gli ETF presenti nel nostro Portafoglio verranno eliminati appena possibile cercando di non perderci molto. Infine rimane in Portafoglio l’ordine di BUY su VOLKSWAGEN, sperando di essere eseguiti ma ai nostri prezzi.

Alla prossima.

FOCUS SU AZIONI

IBERDROLA – ll colosso energetico spagnolo Iberdrola ha accettato di investire 12 miliardi di sterline tra il 2024 e il 2028, concentrandosi sulle reti elettriche e sulle energie rinnovabili. La società aveva precedentemente speso più di 2 miliardi di sterline nell’ambito di un programma da 6,7 ​​miliardi di sterline tra il 2023 e il 2025. Questo sarà ora seguito da un ulteriore investimento pianificato di 7 miliardi di sterline tra il 2026 e il 2028. La società prevede di indirizzare due terzi dei suoi investimenti dal 2024 al 2028 verso le reti di trasmissione e distribuzione dell’elettricità, insieme a progetti come l’Eastern Green Link 1 da 2,7 miliardi di sterline che ha ottenuto l’approvazione normativa nel novembre 2023. Iberdrola continuerà a investire nel parco eolico offshore East Anglia 3, insieme a progetti eolici e solari onshore, vendita al dettaglio di energia e idrogeno verde nel paese. Il presidente esecutivo di Iberdrola, Ignacio Galán, ha dichiarato: “Iberdrola è orgogliosa di svolgere la propria parte nel sostenere la posizione di leadership del Regno Unito sulla decarbonizzazione. Negli ultimi 15 anni, abbiamo investito quasi 30 miliardi di sterline per portare i benefici di un’energia più verde e sicura nel Regno Unito”.

CRONOS – Il 27 novembre Cronos Group ha annunciato che la sua filiale interamente controllata, ha stipulato un accordo con Future Farmco Canada Inc. per la vendita e il leaseback della sua proprietà in Ontario, Canada (il “Peace Naturals Campus”). L’acquirente ha accettato di acquisire il Peace Naturals Campus per 23 milioni di dollari canadesi. Al momento della chiusura, le parti prevedono anche di stipulare un contratto di locazione per alcune parti del Peace Naturals Campus, assicurando il proseguimento delle attività. Il presidente ed amministratore delegato di Cronos, Mike Gorenstein ha detto: “La retrolocazione del Peace Naturals Campus sostiene l’obiettivo di Cronos di ridurre i costi in tutta l’azienda”. “Più nello specifico, questa vendita aiuterà a migliorare il profilo di margine lordo del nostro business, abbassando al contempo i costi ed aumentando la nostra agilità. Questa vendita non fa altro che rafforzare il nostro bilancio leader del settore e ci permette di continuare a perseguire una crescita organica e transazioni future che rafforzino il valore esistente di Cronos. Non prevediamo alcuna interruzione delle nostre attuali attività e prevediamo di portare avanti i piani di crescita esistenti all’interno dei nostri spazi in affitto presso la struttura”.

THE WALT DISNEY COMPANY – L’amministratore delegato di The Walt Disney Company, Bob Iger, in un’intervista alla New York Times Dealbook Conference mercoledì scorso ha detto che si farà da parte nel 2026 quando terminerà il suo contratto e che Disney è alla ricerca di un successore. Il consiglio di amministrazione di Disney dopo le dichiarazioni di Iger ha fatto sapere di aver nominato nuovi direttori James P. Gorman, presidente ed amministratore delegato di Morgan Stanley, e Sir Jeremy Darroch, ex amministratore delegato del gruppo Sky. La nomina di Darroch sarà effettiva dal 9 gennaio 2024, quella di Gorman dal 5 febbraio 2024. Iger ha anche detto che l’emittente televisiva ABC, controllata dalla Walt Disney Company, non è in vendita. Inoltre, in merito al settore film, Iger ha affermato che l’azienda ha fatto troppi sequel ed ha sbagliato a chiedere ai Marvel Studios di fornire così tante serie per il servizio streaming Disney+. Iger ha detto: “La quantità, nel nostro caso, ha limitato la qualità e Marvel ne ha sofferto molto”.

PUBBLICAZIONE DELLE TRIMESTRALI ECONOMICHE SUI TITOLI DEL NASDAQ100 USCITI NELLA SCORSA SETTIMANA. ALTRE LE PUBBLICHEREMO NEL REPORT DELLA PROSSIMA SETTIMANA.

CROWDSTRIKE HLDG. + 11,57%. La società di sicurezza informatica basata su cloud, con la piattaforma CrowdStrike Falcon protegge i clienti dagli attacchi informatici sugli endpoint e sui carichi di lavoro all'interno o all'esterno della rete offrendo visibilità e protezione in tutta l'azienda, ha riportato utili nel terzo trimestre fiscale 2024 pari a 0,82 $/az. su ricavi per 786.01 mln $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 0,74 $/az. su ricavi per 777.13 mln $. Il fatturato è cresciuto del 35,31% su base annua. La società ha dichiarato che prevede utili nel quarto trimestre fiscale 2024 tra 0,81 e 0,82 $/az. su ricavi tra 836.60 e 840.0 mln $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 0,78 $/az. su ricavi per 836.68 mln $. Infine la società ha detto che prevede un aumento degli utili per l’intero anno fiscale 2024 tra 2,95 e 2,96 $/az. e un aumento su ricavi tra 3,0468 e 3,0502 mld $.

George Kurtz, Presidente, A.D. e co-fondatore della società, ha affermato: “Abbiamo raggiunto un record nel terzo trimestre superando tutte le aspettative e nuovi traguardi in tutta l'azienda: la crescita netta di nuovi ARR (entrate ricorrenti annuali) è accelerata fino a raggiungere la cifra record di 223 mln $ e l'ARR finale ha superato i 3 mld $, rendendo CrowdStrike il fornitore di software di sicurezza informatica più veloce e puro nella storia a raggiungere questo traguardo. La nostra architettura a piattaforma unica e il vantaggio dei dati uniscono i team di sicurezza e IT nella risoluzione delle sfide mission-critical della sicurezza informatica, determinando un aumento dei tassi di successo con una gamma di prodotti record. I clienti si affidano sempre più alla piattaforma Falcon XDR nativa per l’intelligenza artificiale come consolidatore di sicurezza informatica preferito. La nostra incessante attenzione all'eccellenza operativa ha portato a livelli record di bilancio economico. Nello specifico abbiamo riportato nel terzo trimestre fiscale: ricavi totali pari a 786,0 mln $ in aumento del 35%, rispetto ai 580,9 mln $ del terzo trimestre fiscale 2023; ricavi ricorrenti annuali (ARR) sono aumentati del 35% su base annua e sono cresciuti fino a 3,15 mld $ al 31 ottobre 2023, di cui 223.1 mln $ erano nuovi ARR netti aggiunti nel trimestre. Il margine lordo di sottoscrizione è stato dell'80%, rispetto al 78% del terzo trimestre fiscale 2023. L'utile operativo è stato pari a 175,7 mln $, rispetto ai 89,7 mln $ del terzo trimestre fiscale 2023. L'utile netto è stato pari a 199,2 mln $, rispetto ai 96,1 mln $ del terzo trimestre fiscale 2023 che ha portato ad un’attribuzione per azione pari a 0,82 $, rispetto a 0,40 $ del terzo trimestre fiscale 2023. Il flusso di cassa operativo è stato pari a 273,5 mln $, rispetto ai 242,9 mln $ del terzo trimestre fiscale 2023, mentre il flusso netto di cassa è stato pari a 239,0 mln $, rispetto ai 174,1 mln $ del terzo trimestre fiscale 2023. Al 31 ottobre 2023, la liquidità, le disponibilità liquide equivalenti e gli investimenti a breve termine ammontavano a 3,17 mld $”.

DOLLAR TREE + 7,53%. La società ha una catena di negozi discount che offrono merce al prezzo fisso di 1,00-1,25 $, ha riportato utili nel terzo trimestre 2023 pari a 0,97 $/az. su un fatturato di 7,31 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 1,01 $/az. su un fatturato pari a 7,41 mld $. I ricavi sono aumentati del 5,40% su base annua. Inoltre la società ha detto che prevede utili nel quarto trimestre 2023 tra 2,58 e 2,78 $/az. su un fatturato tra 8,60 e 8,80 mld $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 2,59 $/az. su un fatturato di 8,74 mld $. Infine la società ha detto di aspettarsi utili per l’intero anno fiscale 2023 tra 5,81 e 6,01 $/az. per un fatturato tra 30,50 e 30,70 $ mld. L'attuale stima degli analisti per il 2023 per gli utili è pari a 6,04 $/az. su ricavi di 30,51 mld $.

Rick Dreiling, Presidente e A.D. della società, ha affermato: "I risultati del terzo trimestre sono stati conformi alle nostre aspettative grazie al continuo lavoro di tutti i componenti dediti alla nostra trasformazione aziendale. In un ambiente difficile, la nostra performance è stata tra le migliori nel settore della vendita al dettaglio mentre continuiamo a far crescere il fatturato, le unità e le vendite per metro quadrato. Nel complesso, abbiamo generato un profitto lordo in dollari del 5% in più rispetto allo scorso anno poiché i consumatori continuano a rispondere positivamente alle nostre iniziative di crescita. Abbiamo inaugurato 197 nuovi negozi, aggiunto un’offerta multiprezzo ‘Plus’ ad ulteriori 870 negozi e aggiunto articoli congelati e refrigerati da 3,4 e 5 $ ad ulteriori 920 negozi. A livello contabile nel terzo trimestre abbiamo riportato: vendite nette consolidate in aumento del 5,4% a 7,31 mld $; l'utile lordo è aumentato del 4,9% a 2,17 mld $ e il margine lordo è sceso di 20 punti base al 29,7%; le spese di vendita, generali e amministrative sono state pari al 25,7% dei ricavi totali, rispetto al 24,4% dello stesso trimestre 2022; l'utile operativo è stato pari a 301,7 mln $ e il margine operativo è stato del 4,1%; l’utile netto è stato pari a 212,0 mln $ e l’utile per azione è stato pari a 0,97 $. La liquidità fornita dalle attività operative è aumentata di 292,3 mln $ rispetto al terzo trimestre 2022, così come il flusso netto di cassa in aumento di 142,1 mln $ rispetto al terzo trimestre 2022. Infine abbiamo riacquistato 2.176.886 azioni pari a 252,3 mln $, comprese le accise applicabili”.

INTUIT + 1,82%. La società che crea soluzioni di gestione aziendale e finanziaria che aiutano a semplificare l'attività della vita di piccole imprese, consumatori e professionisti della contabilità, ha riportato utili nel primo trimestre fiscale 2024 pari a 2,47 $/az. su un fatturato di 2,98 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 1,98 $/az. su un fatturato pari a 2,88 mld $. I ricavi sono cresciuti del 14,67%. La società ha detto che prevede utili nel secondo trimestre fiscale 2024 tra 2,25 e 2,31 $/az. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 2,56 $/az. Infine la società ha detto di aspettarsi utili per l’intero anno fiscale 2024 tra 16,17 e 16,47 $/az. per un fatturato tra 15,89 e 16,105 mld $. L'attuale stima degli analisti per il 2023 per gli utili è pari a 16,36 $/az. su ricavi pari a 16,03 mld $.

Sasan Goodarzi, A.D. di Intuit, ha affermato: "Abbiamo avuto un primo trimestre molto forte, iniziando il nostro anno fiscale con un buon aumento. Poiché i dati e l'intelligenza artificiale sono al centro della nostra strategia, stiamo accelerando l'innovazione nella nostra piattaforma tecnologica finanziaria globale per favorire la prosperità dei consumatori e delle piccole imprese. A livello contabile nel primo trimestre fiscale abbiamo riportato: un fatturato totale in aumento a 3,0 mld $, in crescita del 15%; un reddito operativo pari a 960 mln $ in aumento del 45% rispetto ai 662 mln $ dello stesso trimestre 2022; un utile per zione paria 2,47 $ in aumento del 49% rispetto a 1,66 $ dello stesso trimestre 2022. Al 31 ottobre 2023 abbiamo riportato un saldo totale di liquidità e investimenti di circa 2,3 mld $ e 5,9 mld $ di debito, ciò include i proventi di titoli senior pari a 4 mld $ emessi il 15 settembre a un tasso cedolare medio ponderato del 5,29% e rimborsato 4,2 mld $ in sospeso sul nostro prestito a termine non garantito, il 15 settembre. Abbiamo riacquistato 603 mln $ di azioni, con 3,2 mld $ rimanenti dall'autorizzazione al riacquisto di azioni della società. Infine abbiamo ricevuto l'approvazione dal CdA per un dividendo trimestrale di 0,90 $/az., pagabile il 18 gennaio 2024. Ciò rappresenta un aumento del 15% rispetto allo stesso periodo del 2022”.

PINDUODUO + 22,39%. E’ la più grande piattaforma tecnologica incentrata sull'agricoltura in Cina, che serve 731 milioni di acquirenti attivi a partire da settembre 2020. Ha creato una piattaforma che collega agricoltori e distributori con i consumatori direttamente attraverso la sua esperienza di acquisto interattiva, ha riportato utili nel terzo trimestre 2023 pari a 1,67 $/az. su un fatturato di 9,44 mld $. La stima di consenso per gli utili era pari a 1,01 $/az. su ricavi per 5,98 mld $. I ricavi sono aumentati del 89,04% su base annua.

Lei Chen, Presidente e Co-A.D. della società, ha affermato: “Ci dedichiamo alla generazione di valore attraverso le innovazioni, che costituiscono la base del nostro sviluppo di alta qualità. Abbiamo continuato a investire in modo decisivo in settori quali l’agritech, la tecnologia della catena di fornitura e le principali capacità di ricerca e sviluppo. Attraverso questi sforzi, miriamo a creare il nostro valore unico. Il mese scorso abbiamo festeggiato il nostro ottavo anniversario. Ringraziamo sinceramente tutte le parti interessate per il supporto che abbiamo ricevuto. Durante l’ultimo terzo trimestre, la vitalità dei consumi ha continuato a migliorare. Abbiamo continuato a offrire ai consumatori maggiori risparmi e un servizio migliore attraverso maggiori investimenti. Secondo la nostra strategia di 'sviluppo di alta qualità', nel terzo trimestre abbiamo aumentato i nostri investimenti in tecnologia e approfondito ulteriormente la condivisione della mentalità degli utenti. La nostra performance finanziaria riflette i risultati che abbiamo raggiunto nel terzo trimestre, in particolare: i ricavi totali sono stati pari a 9,4354 mld $ in aumento del 94% rispetto allo stesso trimestre del 2022; l’utile operativo è stato pari a 2,4844 mld $ in aumento del 47% rispetto allo stesso trimestre del 2022; l’utile netto è stato pari a 2,3338 mld $ in aumento del 37% rispetto allo stesso trimestre del 2022; gli utili per ADS sono stati pari a 1,67 $/az. I costi totali dei ricavi sono stati pari a 3,6774 mld $ in aumento del 262% rispetto allo stesso trimestre del 2022; le spese operative totali sono state pari a 3,4751 mld $ in aumento del 44% rispetto allo stesso trimestre del 2022. La liquidità netta generata dalle attività operative è stata pari a 4,4597 mld. La liquidità, le disponibilità liquide e gli investimenti a breve termine al 3° settembre 2023 ammontavano a 27,8 mld $”.

SYNOPSYS + 0,60%. La società produce software di automazione della progettazione elettronica per l'industria dei semiconduttori, ha riportato utili nel quarto trimestre fiscale 2023 pari a 3,17 $/az. su un fatturato di 1,60 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 3,04 $/az. su un fatturato pari a 1,58 mld $. I ricavi sono cresciuti del 24,51% su base annua. Inoltre la società ha detto che prevede utili nel primo trimestre fiscale 2024 tra 3,40 e 3,45 $/az. su un fatturato tra 1,63 e 1,66 mld $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 3,03 $/az. su un fatturato di 1,60 mld $. Infine la società ha dichiarato di aspettarsi utili per l’anno fiscale 2024 compresi tra 13,33 e 13,41 $/az. su un fatturato compreso tra 6,57 e 6,63 mld $. L'attuale stima di consenso sugli utili è di 12,75 $/az. su un fatturato di 6,60 mld $.

Aart de Geus, Presidente e A.D. della società, ha affermato: "Nei nostri 37 anni di attività abbiamo portato ad un aumento di circa 10 milioni di volte della produttività nella progettazione di chip. Ciò non solo ha consentito l'ambizione esponenziale dell'industria dei semiconduttori ma, a sua volta, ha avuto un impatto radicale sul mondo. La nostra progressione è continuata nel 2023, espandendo sostanzialmente la differenziazione dei progetti basati sull'intelligenza artificiale, il portafoglio IP di semiconduttori e le soluzioni di sistemi multi-die. Abbiamo anche rafforzato visibilmente la differenziazione dei nostri clienti attraverso collaborazioni uniche e profonde. Guardando al futuro, ho grandi aspettative e fiducia, quando Sassine Ghazi diventerà CEO di Synopsys. Nonostante l'incertezza macroeconomica globale, il 2023 è stato un anno di entrate e redditività record per la nostra società poiché la ricerca e sviluppo sul silicio e gli inizi della progettazione rimangono solidi. Desidero estendere i miei più sentiti ringraziamenti al nostro team per il loro lavoro stellare e ai nostri partner e clienti per il loro impegno. Come detto abbiamo avuto sovraperformato le nostre linee previsionali nel quarto trimestre, che ha coronato un anno finanziario record per Synopsys. Nel dettaglio abbiamo riportato ricavi trimestrali record pari a 1,599 mld $, in crescita di circa il 25% su base annua e un fatturato record nell'anno fiscale pari a 5,843 mld $, in crescita di circa il 15% anno su anno. Un utile netto nel quarto trimestre dell’anno fiscale 2023 pari a 490,9 mln $, o 3,17 $/az., rispetto ai 297,7 mln $, o 1,91 $/az. del quarto trimestre dell’anno fiscale 2022, mentre l’utile netto dell’anno fiscale 2023 è stato pari a 1,737 mld $, o 11,19 $/az., rispetto ai 1,393 mld $, o 8,90 $/az., dell’anno fiscale 2022. Il margine lordo pari a 1,267 mld $ nel quarto trimestre dell’anno fiscale 2023 rispetto ai 1,002 mld $, del quarto trimestre dell’anno fiscale 2022, mentre il margine lordo dell’anno fiscale 2023 è stato pari a 4,621 mld $, o 11,19 $/az., rispetto ai 4,018 mld $, o 8,90 $/az., dell’anno fiscale 2022. I costi operativi totali sono stati pari a 836,2 mln $ nel quarto trimestre dell’anno fiscale 2023 rispetto ai 784,2 mln $ del quarto trimestre dell’anno fiscale 2022, mentre i costi operativi totali dell’anno fiscale 2023 è stato pari a 3,352 mld $, rispetto ai 2,856 mld $ dell’anno fiscale 2022. La liquidità, mezzi equivalenti e investimenti a breve termine sono stati pari a 1,591 mld $ al 31 ottobre 2023 rispetto ai 1,566 mld dello stesso trimestre 2022”.

WORKDAY + 15,35%. La società è un fornitore di applicazioni aziendali basate su cloud per la gestione del capitale umano, buste paga, gestione, monitoraggio dei tempi, approvvigionamento e gestione delle spese dei dipendenti, ha riportato utili nel terzo trimestre fiscale 2024 pari a 1,56 $/az. su un fatturato di 1,87 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 1,41 $/az. su un fatturato pari a 1,85 mld $. I ricavi sono aumentati del 16,67% su base annua.

Aneel Bhusri, Presidente, co-fondatore e co-CEO della società, ha affermato: “Workday ha registrato un trimestre positivo, dimostrando come le organizzazioni di tutti i settori e aree geografiche continuino a riporre la propria fiducia in Workday. L’aumento della nostra attività è palpabile, alimentato dall'innovazione dell'intelligenza artificiale, dalla forza degli accordi su piattaforme complete, dall'ecosistema di partner in espansione e dalla crescita internazionale, con l'area EMEA che ha superato 1 mld $ di entrate ricorrenti annuali nel trimestre. Ora con oltre 5.000 clienti principali di Workday HCM, sempre più aziende in tutto il mondo si rivolgono a Workday per gestire le loro risorse più preziose: il personale e il denaro. La nostra strategia di integrare l'intelligenza artificiale direttamente nel cuore dei nostri prodotti continua a incontrare il favore dei nostri clienti ed è alimentata dalla strategia della piattaforma, da un set di dati senza eguali e dall'enfasi sull'essere incentrati sull'uomo. Gli ottimi risultati del terzo trimestre dimostrano la solidità della nostra attività e la continua adozione da parte del mercato del cloud finanziario e della gestione del capitale umano, nel particolare i ricavi totali sono stati pari a 1,87 mld $, con un aumento del 16,7% rispetto al terzo trimestre fiscale 2023; l’utile operativo è stato pari a 462,1 mln $, ovvero il 24,8% dei ricavi, rispetto ai 314,2 mln $, ovvero il 19,7% dei ricavi, nello stesso periodo del 2022; l’utile per azione è stato pari a 1,56 $, rispetto a 1,01 $ dello stesso periodo del 2022. Il flusso di cassa generato dalle attività operative è stato pari a 450,775 mln $ rispetto ai 408,668 mln $ dello stesso trimestre 2022, mentre il flusso netto di cassa è stato pari a 390,827 mln $ rispetto ai 349,822 mln $ dello stesso trimestre 2022. Al 31 ottobre 2023, liquidità, mezzi equivalenti e titoli negoziabili ammontavano a 6,88 mld $”.

ZSCALER + 2,56%. E’ una società di sicurezza cloud. La piattaforma tecnologica cloud-native dell'azienda, Zscaler Zero Trust Exchange, è progettata per aiutare i clienti ad essere più agili, efficienti, resilienti e sicuri, ha riportato utili nel primo trimestre fiscale 2024 pari a 0,60 $/az. su un fatturato di 496.70 mln $. La stima degli analisti per gli utili era di 0,49 $/az. su un fatturato pari a 476.74 mln $. I ricavi sono aumentati del 39,70% su base annua. La società ha detto che prevede utili nel secondo trimestre fiscale 2024 tra 0,57 e 0,58 $/az. su un fatturato tra 505.0 e 507.0 mln $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 0,51 $/az. su un fatturato di 496.67 mln $. Infine la società alza le previsioni per l’intero anno fiscale 2024, affermando di aspettarsi utili tra 2,45 e 2,48 $/az. su ricavi tra 2,09 e 2,10 mld $ e l'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 2,24 $/az. su ricavi per 2,06 mld $.

Jay Chaudhry, Presidente e CEO di Zscaler, ha affermato: “Abbiamo avuto un buon inizio nell’anno fiscale 2024 con tutti i parametri superiori alle nostre previsioni. Stiamo consentendo alle aziende di andare avanti con le loro principali iniziative di trasformazione – Zero Trust e AI – che stanno stimolando la domanda per il nostro Zero Trust Exchange. Per soddisfare questa crescente esigenza, stiamo ampliando le nostre organizzazioni di go-to-market e di ricerca e sviluppo, rafforzando le basi per la crescita a lungo termine della nostra attività. A livello contabile nel primo trimestre fiscale abbiamo riportato: ricavi totali pari a 496,7 mln $ in aumento del 40% su base annua; un reddito da operazioni pari a 89,7 mln $, ovvero il 18% dei ricavi, rispetto ai 42,1 mln $, ovvero il 12% dei ricavi, del primo trimestre fiscale 2023; un utile netto pari a 106,5 mln $, rispetto ai 44,0 mln $ del primo trimestre fiscale 2023; un utile netto per azione pari a 0,67 $, rispetto a 0,29 $ del primo trimestre fiscale 2023. La liquidità fornita dalle operazioni è stata pari a 260,8 mln $, ovvero il 53% dei ricavi, rispetto ai 128,5 mln $, ovvero il 36% dei ricavi, del primo trimestre fiscale 2023, mentre il flusso netto di cassa è stato pari a 224,7 mln $, ovvero il 45% dei ricavi, rispetto ai 95,6 mln $, ovvero il 27% dei ricavi, del primo trimestre fiscale 2023. Al 31 ottobre 2023, la liquidità, mezzi equivalenti e investimenti a breve termine erano pari a 2,3244 mld $ in aumento di 224,2 mln $ rispetto al 31 luglio 2023”.

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SEGNALI DI ENTRATA E DI USCITA DEL MODELLO QUANTITATIVO LOMBARD PER IL TRADING SULLE AZIONI NASDAQ TIME FRAME SETTIMANALE. I SEGNALI VENGONO GENERATI UNA VOLTA A SETTIMANA E PUBBLICATI SUL SITO IL LUNEDI MATTINA E VALEVOLI PER TUTTA LE SETTIMANA. IL REPORT SI COMPONE DI SEGNALI DI ACQUISTO PER NUOVE POSIZIONI E DI AGGIORNAMENTO PER I TITOLI GIA' PRESENTI IN PORTAFOGLIO.
ASTENERSI PRIMA DI AVERE COMPRESO CON ESATTEZZA IL PROFILO DI RISCHIO E LE CARATTERISTICHE TECNICHE DEL SERVIZIO CON LA LETTURA DELLE SPIEGAZIONI POSTE NELLA DICITURA "Il Portafoglio LombardReport": (clicca qui >>>
CONSIGLIAMO DI SEGUIRE IN PAPER TRADING LE OPERAZIONI PER QUALCHE SETTIMANA PRIMA DI APPLICARLE.

ORDINI DI ACQUISTO NUOVE POSIZIONI DELLA SETTIMANA (04/12/2023)

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