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NASDAQ100 WEEKLY - Dati inflattivi in discesa indicano la possibilità di un fine anno all'insegna del rialzo sugli indici azionari USA !


DATI MACROECONOMICI IN DISCESA E SI RIPRENDE A PARLARE DI ATTERRAGGIO MORBIDO PER L’ECONOMIA STATUNITENSE.

In un paio di settimane si è passati dal dipingere il prossimo futuro dell’economia statunitense da resiliente a “soft landing” o ad atterraggio morbido, grazie ad una serie di dati macroeconomici sul mercato del lavoro e sull’inflazione, in discesa. I dati della scorsa settimana sui nuovi occupati in calo e quelli della disoccupazione totale in salita, sono stati corroborati da quelli di questa settimana che segnalano una discesa del dato sui CPI sia in modalità ‘headline’ che ‘core’ con il petrolio in forte calo (minimi di luglio scorso) che conferma il trend ribassista dell’inflazione, con il dato PPI anch’esso in sorprendente calo e solo le vendite al dettaglio hanno mostrato un calo meno marcato rispetto alle attese ma proveniente da uno spumeggiante + 0,9% di settembre. Questa cosa lascia intendere che l'inflazione scende senza richiedere un rallentamento marcato dell'economia (appunto uno scenario ‘soft landing’). A ciò aggiungiamo pure che, almeno parte della resilienza dei consumi sembra venire dal fatto, ormai noto, che il CPI USA effettivamente "pagato" dai consumatori è più basso in quanto la componente OER (la stima del costo degli alloggi nel CPI) non è effettivamente un costo né per i proprietari di casa, né per gli affittuari sotto contratto, se non quando scadono i contratti, pertanto i dati attuali sono ritardati rispetto alla dinamica vera degli affitti (che scendono da un bel po'). Questa componente fittizia e ritardata pesa per quasi la metà del dato ‘core’ attuale, come ben mostra il seguente grafico:

Anche le richieste di sussidi di disoccupazione settimanali sono cresciute e quelle continue sono sui massimi da fine 2021. E’ vero che queste serie sono volatili e la destagionalizzazione spesso fa brutti scherzi con gli scioperi che contribuiscono a gonfiarle ma, come detto, la serie sulle richieste continue è costante nel tempo e se aggiungiamo che le ore lavorate sono sui minimi pre-covid, allora il quadro dipinge un’economia in cui le aziende non licenziano in quanto hanno fatto tanta fatica ad assumere, ma richiedono sempre meno manodopera aggiuntiva. Che succederà se dovessero alla fine essere costretti a ridurrre? Ricordo che il principale serbatoio di lavoro USA è la piccola impresa, che non se la passa bene coi Fed Funds così alti. Pertanto, anche se in generale questi restano indicatori imperfetti, sono tanti e concordi. E sono coerenti con il trend di medio periodo dell'occupazione USA che è quello di una discesa, come si nota dal seguente grafico con le medie:

Tutto bene quindi? L'inflazione scende da sola, e la FED avrà il suo vero soft atterraggio morbido ? Possibile, ed è quello che sta scontando il mercato negli ultimi giorni e quello che noi investitori ci auguriamo.

Stupisce poco che i tassi siano ancora scesi ieri, sia con il Treasury 10 anni che con il 2 anni sempre più distante dal 5% e l'azionario ha continuato a consolidare i forti guadagni della prima parte della settimana, con gli indici Nasdaq100 ed S&P500 che guadagnano un ulteriore 2% circa settimanale. I mercati festeggiano queste indicazioni, convinti che dovrebbero indurre la FED a più miti consigli.

Ma c’è un grosso problema: i mercati stanno già scontando grande allegria ?

L’ inafferrabile “atterraggio morbido” che molti economisti ritenevano impossibile ora sembra il risultato più probabile e ci sono buone ragioni per sperare in maggiori guadagni. La Federal Reserve ha probabilmente annunciato a luglio scorso il suo ultimo aumento dei tassi di interesse, che storicamente ha quasi sempre portato a un calo dei rendimenti dei titoli del Tesoro a 10 anni nei successivi 12 mesi, ma il mercato obbligazionario lo sta già anticipando. Inoltre, le azioni tendono ad andare bene nell’ultimo trimestre dell’anno. Secondo Ned Davis Research, a partire dal 1987 l’indice MSCI All Country World ha avuto un rendimento totale medio del 4,4% tra ottobre e dicembre, rendendolo il miglior periodo di tre mesi in cui investire. Alcune prove indicano un “rally di Babbo Natale” durante le vacanze. Ciò potrebbe essere guidato da singoli investitori intrisi di spirito festivo o, forse più realisticamente, dall’anticipazione che i gestori finanziari professionisti torneranno ai loro posti a gennaio pronti a distribuire i loro budget di rischio per l’anno.

L’indice S&P500 è attualmente scambiato a 18,7 volte gli utili che le società che lo compongono dovrebbero generare nei prossimi 12 mesi. Questo valore è significativamente inferiore al picco del 2020, quando questo multiplo ha quasi toccato 24, ma in linea con i costosi livelli pre-pandemici.

Inoltre, i guadagni di quest'anno sono stati estremamente consistenti. Mentre la tecnologia e i servizi di comunicazione sono sede nel gruppo dei “Magnifici Sette”: Apple, Microsoft, Alphabet, Amazon, Nvidia, Tesla e Meta sono entrambi in crescita di circa il 50% quest'anno, aiutati da risultati solidi, cinque settori su 10 dell'indice S&P500 sono crollati, con i servizi di pubblica utilità in calo di circa il 10%. Quest’ultimo rally è stato diverso: il settore tecnologico ha comunque ottenuto buoni risultati, ma i veri vincitori sono stati il ​​settore immobiliare, dei servizi di pubblica utilità e dei materiali, settori che soffrono quando i tassi sono elevati e hanno registrato utili poco brillanti rispetto alle aspettative. Ciò dimostra come il sentiment di mercato più ampio dipenda dal sollievo derivante dall’aumento dei rendimenti obbligazionari.

Tuttavia, i rendimenti dei titoli del Tesoro a 10 anni sono scesi solo al 4,4%, che è lo stesso livello a cui si trovavano a settembre. Un maggiore sollievo è auspicabile ma lungi dall’essere garantito. Sebbene il calo dell’inflazione dia alle banche centrali la possibilità di iniziare ad allentare la politica, queste non hanno molti incentivi ad accelerare il processo e le dichiarazioni altalenanti del Presidente FED, Powell lo confermano. Le prospettive per i tassi rimangono “più elevate più a lungo” ma con un forte rischio che da un “atterraggio morbido” si passi ad una contrazione o peggio ad una recessione dell’economia. Certo, i tassi a breve termine rimangono ben al di sopra dei rendimenti obbligazionari, il che è storicamente insolito. Ciò significa che, anche se le banche centrali tagliassero i tassi, i rendimenti probabilmente scenderebbero molto meno. Le azioni si trovano ora ad affrontare una forte concorrenza da parte del reddito fisso: le obbligazioni societarie ‘investment grade’ rendono il 6% e le obbligazioni spazzatura vicino al 9%, mentre il rendimento atteso degli utili S&P500 è solo del 5,4%. Anche nei settori che pagano dividendi più alti nei quali gli investitori ottengono più rispetto al debito ‘investment grade’, come quello finanziario e dei servizi di pubblica utilità, questo premio è molto al di sotto della mediana dell’ultimo decennio. L’eccezione riguarda le società energetiche, ma è difficile sostenere che meritino valutazioni molto più elevate. Può darsi che i “Magnifici Sette” abbiano abbastanza slancio per offrire da soli l’allegria natalizia. Ma, per il resto del mercato azionario, il freddo potrebbe tornare.

Passiamo ora ad analizzare il mercato monetario. Nonostante alcuni membri della FED continuino a gettare benzina sul fuoco dichiarando che la lotta all’inflazione non è assolutamente vinta e che ci sarebbe bisogno di un ulteriore rialzo dei tassi di interesse, i dati macroeconomici usciti nel corso della scorsa settimana sia lato inflazione che mercato del lavoro, hanno ben evidenziato che il top è stato visto e inizia una discesa, più o meno lenta, saranno i dati dei prossimi mesi a stabilirla. Questa nuova situazione ha portato il mercato dei Fed Funds a prezzare un taglio dei tassi già da marzo 2024 anche se il ‘consensus’ apre a forti probabilità tra le riunioni del primo maggio o del 12 giugno 2024. Ma procediamo con ordine.

Nel corso della scorsa settimana i rendimenti del Treasury 2Y sono crollati nella giornata di martedì scorso dopo i dati sull’inflazione, passando dal 5,081% del lunedì al 4,838 della chiusura di giornata del martedì con un minimo al 4,811%. Poi nel prosieguo della settimana i rendimenti sono rimasti ingabbiati in un range tra il 4,80 ed il 4,90%. Di tono uguale anche se questa volta più ampio nelle percentuali, il Treasury 10Y è passato da un massimo del 4,694% di lunedì scorso ad un minimo del 4,381% di venerdì per poi assestarsi al 4,45% che è anche il valore odierno. Infine il 30Y ha visto un rendimento massimo del 4,807% di lunedì per poi scendere ad un minimo del 4,563% di venerdì ed ora viaggia intorno al 4,62%. Lo spread 2Y-10Y si è riportato sopra i 44 bps.

Passiamo ora a vedere come il mercato prezza le probabilità dei Future sui Fed Funds. Gli investitori scontano al 100,0% tassi fermi al 5,25/5,50% per la prossima riunione del FOMC del 13 dicembre ed anche del 31 gennaio 2024 (v. grafico):

Mentre prende quota la percentuale per un primo taglio dei tassi nella riunione del 20 marzo 2024, con una probabilità del 28% (v. grafico):

Probabilità che si alza ulteriormente al 48% per la riunione del primo maggio (v. grafico):

Infine si spostano nuovamente al rialzo le previsioni per un taglio fino al 4,25/4,50% rispetto a quelle per un taglio dei tassi fino al 4,50/4,75% nell’ultima riunione del 2024 (v. grafico):

Analisi grafica dell’indice di riferimento delle nostre operazioni, il NASDAQ100. Altro 2% guadagnato dal listino tecnologico ad inizio settimana dopo l’uscita dei dati sull’inflazione che ha portato i prezzi a ridosso del massimo relativo precedente di luglio a 15932 senza riuscire a superarlo. Il forte rialzo con gap ha portato il livello di RSI a contatto con la zona di ipercomprato, ed infatti nei tre giorni successivi i prezzi hanno consolidato cercando, ma non riuscendoci, a smaltire un po' di questo ipercomprato. La settimana si è chiusa con il livello di RSI a 69 e con un ulteriore gap aperto che porta il numero a ben tre gap aperti in questo trend rialzista denominato onda 1 di (5). Come detto altre volte, in genere i gap vengono richiusi e non necessariamente nel breve termine e forse per superare il massimo di onda 5 di (3) basta molto poco e può avvenire anche oggi, ma per andare all’attacco dei massimi storici di due anni fa a 16764 probabilmente dovremmo aspettare qualche altro giorno o settimana di un salutare consolidamento o di una breve correzione magari a chiusura del gap in area 15500. Staremo a vedere ma il viaggio continua. Ricordo che negli USA si preannuncia una settimana corta di attività dovuta alla festività del ringraziamento nella giornata di giovedì e dalla sfrenata corsa agli acquisti del Black Friday di venerdì. Pertanto solo martedì potremmo vedere delle oscillazioni dovute all’uscita dei dati macro sugli ordini di beni durevoli in modalità ‘headline’ e ‘core ex-difesa’. La settimana si è chiusa a 15837.99 con un guadagno del + 1,99%, il che porta ad un profit da inizio anno del + 44,78%.

Stesso discorso dell’indice tech vale anche per l’indice maggiore S&P500. Il ‘sentiment’ è forte, la performance settimanale è stata altrettanto forte, ma il quadro generale ci fa notare che i prezzi non sono ancora riusciti a superare il massimo della sotto-onda b del trend correttivo denominato onda (4) a 4541,25 punti. Pertanto, ottimo il recupero dai minimi, oltretutto con ben 4 gap ancora aperti, ma per arrivare al massimo relativo precedente di onda 5 di (3) a 4607 punti c’è bisogno di un ulteriore 2% di rialzo. Ora con il livello attuale di RSI a 69 anche su questo indice sarebbe opportuno una breve fase di consolidamento o di correzione, anche se andare a chiudere il gap di martedì significherebbe perdere un 2%, meglio di no. Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 4514.03 con un guadagno del + 2,24% che porta ad un profit da inizio anno del + 17,57%.

Questa volta in linea con gli altri due indici maggiori anche l’indice delle blue-chip DOW JONES sia per quanto riguarda la forza relativa che per le performance settimanali. Spazzata con un’apertura in gap la resistenza in area 34500, i prezzi si sono fermati proprio in prossimità della successiva resistenza che troviamo in area 35000 punti, consolidando in codesta area. Ora mancherebbe lo sprint per andare all’attacco del precedente massimo relativo a 35679 indicato come onda C. L’attuale livello di RSI a 68 indica, come per gli altri due indici maggiori, che un ulteriore fase di consolidamento o breve correzione in area 34400 sarebbe salutare. Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 34947.29 con un guadagno del + 1,94% e che porta a segnare un profit da inizio anno del + 5,43%.

ORO INDEX

Nella settimana appena trascorsa neanche la retorica dei membri della FED ha potuto nulla contro l’uscita degli importanti dati macro sull’inflazione che indicano come la stessa abbia preso la via della discesa. Confortati anche dalla discesa del Dollar Index, da quella dei rendimenti sui titoli di Stato ed obbligazioni in generale, gli investitori hanno ripreso ad acquistare Oro portando il valore dal minimo di 1935 $/oz. di lunedì scorso ad un massimo di 1996,4 $/oz. di venerdì per poi ripiegare un po' in chiusura di ottava dovuto a prese di beneficio. Oggi l’apertura vede ancora scendere le quotazioni dell’Oro in quanto la propensione al rischio rimane più accomodante dopo che le autorità di regolamentazione cinesi si sono impegnate a fornire maggiore sostegno politico al settore immobiliare assediato dalle vendite, risollevando l’umore generale del mercato. Infatti anche i rendimenti dei Treasury hanno ripreso a salire grazie al miglioramento del ‘sentiment’. Guardando al futuro, il prezzo dell’Oro continuerà a prendere spunto dalle dinamiche del dollaro e dai rendimenti dei titoli del Tesoro USA, ma la tendenza rimane rialzista in quanto le aspettative del mercato ora non sono più improntate verso un ulteriore rialzo dei tassi da parte della FED ed, anzi, si prevede un taglio dei tassi entro maggio 2024. In questa settimana l’attività ridotta a causa delle festività e dal Black Friday, la mancanza di dati macro importanti ad eccezione dei beni durevoli di domani e di discorsi programmati da parte dei membri della FED, dovrebbe limitare le oscillazioni delle quotazioni dell’Oro rimanendo nella fascia di prezzo intorno all’area 1970/80 $/oz.

Passando agli altri due metalli preziosi che seguiamo nel nostro Portafoglio, il minimo fatto registrare due venerdì fa a 843,1 $/oz. dovrebbe rappresentare un bel bottom dal quale prendere la carica per uscire dal canale ribassista in area 940 $/oz. anche se un bel segnale di forza si instaurerebbe superando l’area 960 $/oz. coincidente con la M.M. a 200 periodi.

Buona settimana anche per le quotazioni dell’Argento che finalmente sono riuscite a superare quota 23,50 $/oz., dove si trova anche la resistenza della M.M. a 200 periodi, portandosi fin oltre la resistenza dei 24 $/oz. per poi ripiegare sotto tale soglia in chiusura di ottava. Rimane cruciale mantenersi sopra l’area 23,50 $/oz. per tentare di superare la parte alta del canale ribassista che attualmente passa intorno all’area 24,50 $/oz.

La settimana dell’Oro è si è chiusa a 1984.70 con un guadagno del + 2,43% rispetto alla scorsa settimana e che porta ad un guadagno da inizio anno del + 8,45%. La settimana della commodity in modalità spot si è chiusa a 1980.70 $/oz. Di seguito il grafico weekly dell’ORO FUTURES DICEMBRE 2023:

POLITICA USA

La scorsa settimana è stato trovato un accordo su un disegno di legge di spesa provvisorio (una continuing resolution, CR) volto ad evitare uno shutdown del governo e sul quale giovedì scorso il Presidente Joe Biden ha messo la firma. Firma arrivata dopo che mercoledì scorso il Senato ha approvato il pacchetto con 87 voti favorevoli. Questa misura consente ai parlamentari di avere più tempo per accordarsi sui disegni di legge di spesa dettagliati.

In precedenza, martedì scorso, il disegno di legge era passato alla Camera con ampio sostegno bipartisan. Il pacchetto mantiene i livelli di finanziamento e i programmi governativi esistenti fino all’inizio del 2024. Alcuni repubblicani dell’ala più a destra del partito hanno espresso malcontento, in quanto il disegno di legge non prevede i forti tagli di spesa e le misure di sicurezza ai confini che volevano. Il pacchetto, infatti, alla Camera a maggioranza repubblicana è passato con il sostegno di 336 parlamentari, 209 democratici e 127 esponenti del GOP (93 i repubblicani contrari, ai quali si aggiungono 2 dem). Il disegno di legge proposto dallo speaker repubblicano, Mike Johnson, prevede di estendere fino al 19 gennaio i finanziamenti per costruzioni militari, benefit per i veterani, trasporti, edilizia, sviluppo urbano, agricoltura, Food and Drug Administration, programmi energetici ed idrici; i fondi per le altre operazioni federali scadrebbero il 2 febbraio.

Prima della votazione, il leader dalla maggioranza al Senato, il dem Chuck Schumer, ha detto: “Grazie alla cooperazione bipartisan, teniamo aperto il governo senza ‘pillole avvelenate’ o tagli dannosi a programmi vitali, un ottimo risultato per il popolo americano”.

Nella ‘continuing resolution’ approvata dal Congresso non è incluso un pacchetto di aiuti per Israele ed Ucraina. Alcuni repubblicani sono contrari all’invio di ulteriori aiuti a Kiev, anche se la maggioranza di parlamentari repubblicani e democratici sono ancora favorevoli al sostegno all’Ucraina. Chuck Schumer ha detto che il Senato si occuperà della richiesta di Biden che riguarda fondi per Ucraina, Israele e per la sicurezza ai confini con il Messico, al rientro dalle vacanze per la festa del Ringraziamento. Il senatore repubblicano Lindsey Graham mercoledì scorso ha sottolineato l’importanza dell’investimento sui confini: “Sono un grande sostenitore dell’aiuto all’Ucraina. Ma il confine è pericolosamente rotto”. Un funzionario senior del Dipartimento di Stato giovedì scorso ha detto che pensano ci sia una forte maggioranza al Congresso a favore degli ulteriori fondi: “Stiamo lavorando su quelle che penso siano state richieste molto ragionevoli di maggiori informazioni e comprensione di come i soldi saranno importanti per il successo dell’Ucraina”.

Come detto, la CR consente di avere più tempo per approvare i disegni di legge sugli stanziamenti e raggiungere un accordo tra i due rami del Congresso. Al momento la Camera ha approvato sette di dodici disegni di legge sugli stanziamenti annuali per finanziare il governo per un intero anno fiscale, il Senato ne ha approvati tre. Mercoledì scorso sono anche emerse divisioni tra i repubblicani della Camera in merito a loro disegni di legge sugli stanziamenti. Un gruppo di 19 repubblicani della Camera ha votato per bloccare il dibattito sul disegno di legge del loro partito per finanziare programmi federali su commercio, giustizia e scienza per l’anno fiscale 2024. Scott Perry, repubblicano della Camera e presidente del conservatore House Freedom Caucus, ha detto: “Non approveremo disegni di legge che non affrontano i problemi che affronta l’America”.

POLITICA USA – CINA

XI-BIDEN - Incontro faccia a faccia la scorsa settimana tra il Presidente statunitense Joe Biden ed il suo omologo cinese Xi Jinping. I due leader mercoledì scorso hanno avuto un incontro di circa quattro ore alla periferia di San Francisco. Nell’ambito del vertice è stato fatto un passo in avanti per quanto riguarda i contatti militari tra i due paesi, che i due governi intendono riprendere, contatti che erano stati interrotti da Pechino in seguito ad una visita a Taiwan nell’agosto del 2022 da parte dell’allora speaker della Camera, Nancy Pelosi. Biden ha detto anche che insieme al suo omologo si sono accordati per comunicazioni ad alto livello: “Lui ed io abbiamo concordato che ognuno di noi può rispondere direttamente alla telefonata e saremo ascoltati immediatamente”. Biden e Xi Jinping hanno anche concordato di riunire esperti per discutere dei rischi dell’intelligenza artificiale.

Parlando con i giornalisti, Biden ha poi detto che pensa ancora che Xi Jinping sia un dittatore: “è un dittatore nel senso che è una persona che governa un paese che è un paese comunista”. Un funzionario statunitense ha riportato che il Presidente cinese ha detto a Biden che le opinioni negative sul Partito Comunista negli USA sono ingiuste.

Secondo quanto riferito dalla Casa Bianca, tra i temi per i quali Washington ha preoccupazioni portati sul tavolo da Biden figurano i cittadini statunitensi detenuti, i diritti umani nello Xinjiang, in Tibet e ad Hong Kong e le attività della Cina nel Mar Cinese Meridionale.

Tra i temi affrontati da Xi Jinping e Joe Biden anche quello legato al ‘fentanyl’ (analgesico con una potenza di almeno 80 volte superiore a quella della morfina, ndr.), con i due capi di stato che si sono accordati sul fatto che la Cina deve arginare l’export di prodotti legati alla sua produzione. Un funzionario statunitense ha spiegato che l’accordo prevede che Pechino perseguirà specifiche aziende chimiche che producono precursori del ‘fentanyl’.

Sulla questione Taiwan, secondo quanto riferito da un funzionario statunitense, Xi Jinping ha detto a Biden che la Cina preferisce una riunificazione pacifica, ma il Presidente cinese ha parlato di condizioni in cui potrebbe essere usata la forza. Sempre secondo il funzionario statunitense, Biden ha sostenuto il mantenimento dello status quo ed il rispetto di Pechino del processo elettorale di Taiwan. Il funzionario ha affermato che Xi Jinping ha detto: “Guarda, la pace va bene, ma ad un certo punto dobbiamo muoverci verso una risoluzione più generale”. Secondo media di stato cinesi, Xi Jinping ha esortato Washington a non inviare più armi a Taiwan e sostenere una riunificazione pacifica.

Il quotidiano cinese Global Times riporta che il ministro degli esteri cinese, Wang Yi, sabato scorso ha detto che è opinione diffusa che il viaggio negli USA del Presidente Xi abbia attirato l’attenzione mondiale, aggiungendo stabilità alle relazioni con Washington, dando nuovo impulso alla cooperazione Asia-Pacifico ed immettendo energia positiva nello scenario internazionale e regionale. Tra i risultati raggiunti nel meeting indicati da Wang figurano l’istituzione di un gruppo di lavoro sulla cooperazione in materia di lotta agli stupefacenti, l’accordo per la ripresa della comunicazione ad alto livello e del dialogo istituzionale tra i due eserciti e promuovere congiuntamente il successo della COP28.

POLITICA DELLA FED

Il vicepresidente della FED, Philip Jefferson, martedì scorso ha spiegato che potrebbe essere necessario intraprendere azioni più forti del solito per mantenere le aspettative di inflazione ancorate quando non è chiaro quanto a lungo l’inflazione elevata potrebbe persistere.

Austan Goolsbee, presidente della FED di Chicago, martedì scorso ha sottolineato il ritmo elevato con il quale l’inflazione sta rallentando con una crescita limitata del tasso di disoccupazione. Situazione spinta da una ripresa dell’offerta dopo gli anni di compressioni legate alla pandemia, da una crescita della produttività e da aspettative di inflazione ben ancorate. Alcuni analisti hanno evidenziato che una crescita economica vicina al 5% nel terzo trimestre ed il continuo aumento dei posti di lavoro potrebbe preparare la strada ad un ritorno dell’inflazione, tuttavia secondo Goolsbee i recenti sviluppi positivi dell’offerta indicano che “si possono avere numeri di successo senza aumentare le pressioni inflazionistiche”. Il numero uno della FED di Chicago ha detto che in prospettiva è concentrato sui dati sull’inflazione e che considera il surriscaldamento un rischio minore rispetto ad uno shock esterno. Secondo Goolsbee la chiave per ulteriori progressi nei prossimi trimestri sarà l’andamento dell’inflazione immobiliare. Venerdì scorso, Goolsbee ha nuovamente sottolineato il ruolo dell’inflazione immobiliare: “Se raggiungiamo i target che ci aspettiamo di raggiungere, allora saremmo sul percorso per raggiungere il 2% e questo è quello che chiamo il sentiero d’oro, nessuna recessione ed una discesa, ma l’inflazione immobiliare è la cosa che dovremmo veramente tenere d’occhio”.

Martedì scorso Thomas Barkin, presidente della FED di Richmond, ha espresso riserve sul percepito allentamento dell’inflazione. Barkin ha analizzato il dato di ottobre dell’indice dei prezzi al consumo ‘core’ che su base mensile ha registrato un +0,2%. Secondo il numero uno della FED di Richmond il rallentamento in parte è legato ad una correzione dei prezzi che erano cresciuti nel periodo pandemico per le impennate di domanda e le carenze di offerta. Barkin ha anche spiegato come il persistere di alti tassi di inflazione nei settori dell’edilizia abitativa e dei servizi sia una preoccupazione costante. Il presidente della FED di Richmond ha anche sottolineato che le aziende appaiono resilienti mostrando riluttanza a ridurre i prezzi finché non si troveranno di fronte ad una significativa decelerazione economica.

Il presidente della FED di Cleveland, Loretta Mester, non è ancora convinta che sia stata portata a termine la missione contro i prezzi elevati. Mester parlando a CNBC ha detto che sono stati fatti progressi sull’inflazione, ma ne servono ancora, servono ulteriori prove per capire se l’inflazione è su quel percorso che porta verso il 2%. Mester, che nel 2024 avrà diritto di voto nel FOMC ma che andrà in pensione a metà anno, non ha deciso dove pensa che dovrebbero andare i tassi: “La mia sensazione è che non si tratta di tagliare i tassi. Si tratta di quanto a lungo resteremo in una posizione restrittiva e forse dovremo andare più in alto, dato ciò che accade nell’economia”.

Lisa Cook, membro del consiglio direttivo della FED, giovedì scorso ha detto che un ‘atterraggio morbido’ sia possibile anche se non assicurato ed ha sottolineato come ci si stia muovendo tra il rischio di un inasprimento non sufficiente e un inasprimento eccessivo. Cook ha osservato come l’economia stia crescendo ed i consumatori stiano spendendo e che la domanda potrebbe mantenere ristretta l’economia ed il mercato e rallentare il ritmo della disinflazione. Cook ha anche sostenuto che considerato che anche altre banche centrali nel mondo stanno inasprendo la politica “ciascuna banca centrale potrebbe dover fare un po’ meno per ottenere gli stessi risultati a causa di questi effetti di ricaduta”, ma ha anche detto che è difficile misurare la dimensione esatta di queste ricadute.

Ottimismo da parte del presidente della FED di Boston, Susan Collins, in merito alla possibilità di far scendere l’inflazione senza danni sostanziali al mercato del lavoro seguendo un approccio paziente verso eventuali ulteriori rialzi dei tassi d’interesse. Collins venerdì scorso ha detto che il rallentamento dell’economia finora è stato “ordinato” e non drammatico. La numero uno della FED di Boston ha spiegato di non essere pronta a dire che la lotta all’inflazione è terminata, tuttavia ha parlato di “alcune prove promettenti” del fatto che l’inflazione sia in calo, con gli aumenti dei prezzi dei beni che si stanno moderando. Collins ha evidenziato che ci sono stati meno progressi nell’inflazione sui servizi ed ha aggiunto di non escludere la possibilità che i tassi debbano tornare ad aumentare di nuovo. Collins però, appunto, si è detta ottimista del fatto che si possa far scendere l’inflazione “in un ragionevole lasso di tempo” senza necessità di un grande aumento della disoccupazione. Il presidente della FED di Boston ha anche detto: “Sarà importante per noi mantenere una posizione restrittiva per un po’ di tempo”. Prima di valutare un cambio della politica, Collins ha detto di voler vedere prove sostenute sul fatto che l’inflazione sia indirizzata al livello del 2%.

Mary Daly, presidente della FED di San Francisco, venerdì scorso si è espressa a favore di un approccio caratterizzato dalla cautela, l’attesa. Daly ha detto: “Quando l’incertezza è alta e i rischi per i nostri obiettivi più equilibrati, dobbiamo praticare la gradualità. Questo significa che la FED sta dicendo: non lo sappiamo ancora”. Secondo Daly i funzionari della banca centrale statunitense non sono sicuri che l’inflazione sia sul percorso che porta al 2% e la banca centrale non è certa anche che tutti gli effetti negativi del precedente inasprimento abbiano avuto effetto sull’economia. Non solo, Daly ha affermato: “siamo incerti se le dinamiche che osserviamo oggi siano residui ciclici della ripresa post-pandemica o indicatori di cambiamenti strutturali ad una nuova normalità per l’economia nazionale e globale”.

John Williams, presidente della FED di New York, giovedì scorso ha detto che dati di qualità sono fondamentali per gli operatori di mercato, le banche centrali e i regolatori, e si dovrebbe fare di più per aumentare la loro disponibilità. Williams ha dichiarato: “È importante che continuiamo a dare priorità a trasparenza e chiarezza dei dati, specialmente dei dati sui mercati finanziari. Questo è particolarmente vero nell’era dell’intelligenza artificiale, quando le fonti dei dati sono più difficili da tracciare”.

DATI MACROECONOMICI

Nel mese di ottobre, il dato annualizzato dell’indice dei prezzi al consumo segna un +3,2%, rilevazione quasi precisamente in linea con il consensus del +3,3%, ma che segna un rallentamento rispetto al +3,7% di settembre. Il dato è rilasciato dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.

Il dato core (che esclude il settore del cibo e dell’energia) dell’indice dei prezzi al consumo su base mensile ad ottobre registra un +0,2%, quasi in linea con il consensus di +0,3% ed in lieve rallentamento rispetto al +0,3% di settembre.

Su base annua, l’indice dei prezzi al consumo core ad ottobre si attesta al 4,0%, contro un consensus del 4,1% ed una rilevazione di settembre del 4,1%. I dati sono rilasciati dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.

L’indice dei prezzi alla produzione core su base mensile ad ottobre rimane stabile segnando un +0,0%, contro un consensus del +0,3% ed un +0,2% registrato a settembre (rivisto da +0,3%).

A livello annualizzato, la crescita di ottobre è del 2,4%, rispetto ad un consensus del +2,7% ed un rialzo di settembre del 2,7%. I dati sono rilasciati dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.

Le vendite al dettaglio nel mese di ottobre a livello mensile registrano un -0,1% (il segno ‘meno’ non si vedeva da marzo), contro un consensus del -0,3% e invertendo rotta rispetto al +0,9% di settembre (rivisto da +0,7%). Il dato è rilasciato dall’U.S. Census Bureau.

Le vendite al dettaglio Control Group su base mensile ad ottobre crescono dello 0,2%, rallentando rispetto al +0,7% di settembre (rivisto da +0,6%). Il dato è rilasciato dall’U.S. Census Bureau.

L’indice manifatturiero del New York Empire State fa un balzo dai -4,60 punti di ottobre ai 9,10 punti di novembre, ben oltre il consensus di -2,80 punti. Il dato è rilasciato dalla Federal Reserve Bank di New York.

Le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione nella settimana terminata l’11 novembre sono pari a 231 mila unità (dato più alto da agosto), in crescita rispetto alle 218 mila unità della settimana precedente (riviste da 217 mila) ed oltre il consensus fissato a 220 mila. Il dato è rilasciato dall’U.S. Department of Labor.

Il Filadelfia Fed Manufacturing Index è accompagnato dal segno ‘meno’. A novembre si attesta a quota -5,9 punti, contro un dato di ottobre di -9,0 punti ed un consensus fissato proprio a -9,0 punti. Il dato è rilasciato dalla Federal Reserve Bank di Filadelfia.

Il dato sulla produzione industriale statunitense a livello mensile ad ottobre segna un -0,6%, anche oltre il consensus del -0,3%. A settembre era stato registrato un +0,1% (rivisto da +0,3%); il segno ‘meno’ non si vedeva da giugno. Il dato è rilasciato dalla Federal Reserve.

Il dato preliminare di ottobre relativo ai permessi di costruzione su base mensile registra una crescita dell’1,1% passando dalla rilevazione di 1,471 milioni di settembre all’attuale di 1,487 milioni, oltre il consensus fissato a 1,450 milioni. Il dato è rilasciato dall’U.S. Census Bureau.

Il numero di case per le quali è iniziata la costruzione invece segna un +1,9% su base mensile: dalla rilevazione di 1,346 milioni di settembre (rivista da 1,358 milioni) si è passati a quella di ottobre di 1,372 milioni. Il dato è rilasciato dall’U.S. Census Bureau.

PORTAFOGLI AZIONARI

Dopo un brillante inizio di settimana sugli indici azionari ha fatto seguito una fase di consolidamento che, però, non ha rallentato la gestione operativa dei nostri Portafogli che sono riusciti a regalarci ben 3 titoli andati a target. Nello specifico sul Portafoglio Storico abbiamo portato a casa dei bei tozzi di panettone (visto l’avvicinarsi delle festività) grazie ai titoli STARBUCKS (+ 7,00%) e TESLA (+ 11,83%) con l’immancabile strategia del Nasdaq Weekly e grazie ad un titolo francese SOITEC (+ 7,32%) con la strategia delle Azioni Internazionali. Attendiamo fiduciosi altri tre titoli abbastanza vicini ai rispettivi target quali JPMorgan Chase, PayPal e l’italiana Buzzi, mentre Exelon mostra sempre debolezza. Proviamo ad inserire qualche acquisto ai nostri prezzi in quanto rimaniamo in attesa che gli indici possano effettuare un piccolo pullback dovuto all’ipercomprato di breve.

Mentre per quanto riguarda il portafoglio “The Challenge”, si alzano le performance di alcuni titoli soprattutto italiani su Enel, Brembo, Moncler e il gran recupero di Reply. Come riportato la scorsa settimana, continuiamo con gli acquisti, ma ai nostri prezzi. Pertanto alziamo leggermente il BUY su VOLKSWAGEN, ALPHABET lo portiamo su questo Portafoglio in attesa che scenda un po' e lo stesso discorso vale per il secondo lotto su DISNEY.

Alla prossima.

FOCUS SU AZIONI

ALIBABA – Alibaba non scorporerà il suo ramo di cloud computing. Alla base della cancellazione del piano di spin off, annunciata giovedì scorso insieme a ricavi del secondo trimestre in linea con le attese, ci sono le restrizioni statunitensi sui chip per computer. Alibaba nel comunicato dei conti trimestrali ha spiegato di ritenere che una scissione completa di Cloud Intelligence Group potrebbe non portare ad un aumento del valore per gli azionisti considerato l’impatto delle restrizioni statunitensi sulle esportazioni di chip USA verso la CINA. Il gruppo attivo nell’e-commerce a marzo aveva presentato i piani per scorporare la divisione cloud nell’ambito di una più ampia ristrutturazione. Alibaba ha anche messo in pausa i piani per un’offerta pubblica iniziale di Freshippo, catena di vendita al dettaglio per generi alimentari e prodotti freschi di Alibaba Group, ma ha detto che preparerà una raccolta fondi esterna per il suo ramo del gruppo di commercio digitale internazionale.

Come riporta Reuters, Thomas Hayes, presidente dell’hedge fund Great Hill Capital, ha affermato su X: “Gli investitori avevano sperato di ricevere quote separate del business cloud nella speranza che il segmento potesse raggiungere un multiplo più alto nei mercati pubblici grazie al suo potenziale di crescita”.

Joseph Tsai, Presidente di Alibaba Group, ha detto che il gruppo si concentrerà sulla crescita del business cloud e sul fornire investimenti per i suoi driver di intelligenza artificiale.

Giovedì scorso è stato anche rivelato che il trust della famiglia del co-fondatore, Jack Ma, ha in programma di vendere 10 milioni di azioni di Alibaba Group Holdings pari a circa 871 milioni di dollari.

PUBBLICAZIONE DELLE TRIMESTRALI ECONOMICHE SUI TITOLI DEL NASDAQ100 USCITI NELLA SCORSA SETTIMANA. ALTRE LE PUBBLICHEREMO NEL REPORT DELLA PROSSIMA SETTIMANA.

APPLIED MATERIALS – 1,39%. La società che sviluppa, produce, commercializza e fornisce servizi di fabbricazione di apparecchiature per le industrie mondiali dei semiconduttori, ha riportato utili nel quarto trimestre fiscale 2023 pari a 2,12 $/az. su ricavi per 6,72 mld $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 1,98 $/az. su ricavi per 6,14 mld $. I ricavi sono diminuiti dello 0,39% rispetto allo stesso trimestre di un anno fa. La società ha dichiarato di aspettarsi utili nel primo trimestre fiscale 2024 tra 1,72 e 2,08 $/az. su ricavi tra 6,07 e 6,87 mld $ e l'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 1,85 $/az. su ricavi per 6,02 mld $.

Gary Dickerson, Presidente e CEO della società, ha affermato: "Abbiamo registrato ricavi, utili e flusso di cassa record nell'anno fiscale 2023 e siamo al top del mercato delle apparecchiature per la fabbricazione di wafer per il quinto anno consecutivo. L'ampio portafoglio prodotti di Applied, le solide relazioni con i clienti e la leadership nelle principali variazioni tecnologiche ci mettono in un'ottima posizione per far crescere l'azienda in modo redditizio poiché le tendenze alimentano l'espansione del settore dei semiconduttori negli anni a venire. A livello contabile nel quarto trimestre fiscale abbiamo riportato: ricavi pari a 6,72 mld $; un margine lordo del 47,3%; un utile operativo pari a 1,98 mld $, ovvero il 29,5% delle vendite nette; un utile record di 2,12 $/az; un flusso netto di cassa pari a 1,246 mld $. Inoltre abbiamo generato 1,56 mld $ di liquidità dalle operazioni e distribuito 968 mln $ agli azionisti, dei quali 700 mln $ in riacquisti di azioni e 268 mln $ in dividendi. Mentre nell’anno fiscale 2023, abbiamo generato un fatturato record pari a 26,52 mld $; un margine lordo del 46,8%; un utile operativo pari a 7,72 mld $, ovvero il 29,1% delle vendite nette; un utile record di 8,05 $/az; un flusso netto di cassa pari a 7,594 mld $. Infine abbiamo generato una liquidità record pari a 8,70 mld $ dalle operazioni e distribuito 3,16 mld $ agli azionisti, dei quali 2,19 mld $ in riacquisti di azioni e 975 mln $ in dividendi”.

CISCO SYSTEMS – 9,19%. La società che progetta, produce e vende prodotti e servizi di rete basati su protocollo Internet (IP) relativi alle comunicazioni ed all’industria della tecnologia dell'informazione (IT), ha riportato utili nel primo trimestre fiscale 2024 pari a 1,11 $/az. su ricavi per 14,67 mld $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 0,97 $/az. su ricavi per 13,79 mld $. Il fatturato è aumentato del 7,60% su base annua. La società ha dichiarato di aspettarsi utili nel secondo trimestre fiscale 2024 tra 0,82 e 0,84 $/az. su ricavi tra 12,60 e 12,80 mld $ e l'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 0,93 $/az. su ricavi per 13,40 mld $. Inoltre per l’intero anno fiscale 2024 prevede utili tra 3,87 e 3,93 $/az. su ricavi tra 53,80 e 58,20 mld $. La stima degli analisti è per utili pari a 4,05 $/az e ricavi per 57,76 mld $.

Chuck Robbins, Presidente e CEO di Cisco, ha affermato: "Abbiamo avuto un buon inizio dell'anno fiscale 2024 con i risultati del primo trimestre più forti della nostra storia sia in termini di ricavi che di redditività. Siamo fiduciosi nella forza del nostro business e nelle future opportunità di crescita alimentate da Intelligenza Artificiale, sicurezza, cloud e osservabilità. Nel primo trimestre, abbiamo registrato ricavi ed utili per azione nella fascia alta o al di sopra delle nostre previsioni, generando una forte leva operativa. Abbiamo anche assistito a una crescita a due cifre anno su anno dei ricavi del software pari al 13% anno su anno e deli ricavi ricorrenti annualizzati (ARR) pari a 24,5 mld $ in crescita del 5% anno su anno. Ci aspettiamo di vedere i tassi di crescita degli ordini dei prodotti accelerare nella seconda metà dell'anno. Ci impegniamo a fornire leva operativa e aumento dei rendimenti di capitale ai nostri azionisti. A livello contabile nel primo trimestre fiscale 2024 abbiamo riportato: ricavi pari a 14,7 mld $ in aumento dell'8% anno su anno; un utile per azione pari a 1,11 $ in aumento del 29% anno su anno; un utile operativo pari a 5,4 mld $, in crescita del 24% con un margine operativo pari al 36,6%; un margine lordo totale del 67,1% rispetto al 63,0% dello stesso periodo del 2023; spese operative pari a 4,5 mld $, in aumento del 5% e hanno rappresentato il 30,5% dei ricavi; un flusso di cassa operativo pari a 2,4 mld $ in calo del 40% rispetto ai 4,0 mld $ del primo trimestre fiscale 2023. La liquidità, le disponibilità liquide e investimenti sono pari a 23,5 mld $ rispetto ai 26,1 mld $ della fine dell’anno fiscale 2023. Gli obblighi di performance rimanenti (RPO) sono stati pari a 34,8 mld $, in crescita del 12% in totale, con il 51% di questo importo da riconoscere come entrate nei prossimi 12 mesi. Inoltre nel primo trimestre fiscale 2024, abbiamo restituito 2,8 mld $ agli azionisti attraverso riacquisti di azioni proprie e dividendi. Abbiamo dichiarato e pagato un dividendo in contanti di 0,39 $/az., ovvero 1,6 mld $, e abbiamo riacquistato circa 23 milioni di azioni ordinarie nell'ambito del nostro programma a un prezzo medio di 54,53 $/az. per complessivi 1,3 mld $. L'importo rimanente autorizzato per il riacquisto di azioni del programma è pari a 9,7 mld $ senza data di scadenza”.

JD.COM + 7,19%. E’ una società di vendita diretta online in Cina. La Società acquisisce prodotti dai fornitori e li vende direttamente ai propri clienti tramite il proprio sito Web e le applicazioni mobili, ha riportato utili nel terzo trimestre 2023 pari a 0,83 $/az. su un fatturato di 33,95 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 0,79 $/az. su un fatturato pari a 34,15 mld $. I ricavi sono diminuiti dello 0,84% rispetto allo stesso trimestre di un anno fa.

Sandy Xu, A.D. di JD.com, ha affermato: "Abbiamo registrato prestazioni di fatturato costanti per il trimestre con una redditività record guidata dai nostri sforzi proattivi volti a migliorare la competitività dei prezzi e l'ecosistema della piattaforma, nonché i vantaggi della nostra catena di fornitura. Continuiamo a essere incoraggiati dai progressi che stiamo facendo, come evidenziato dall’ulteriore espansione della base commerciale e dal miglioramento del comportamento di acquisto degli utenti. Vediamo anche che le nostre categorie principali di elettrodomestici ed elettronica hanno continuato ad espandere la quota di mercato, mentre i prodotti generali hanno gradualmente acquisito slancio nel trimestre, mentre ci concentriamo incessantemente sull'esperienza dell'utente. Ancora più importante, i consumatori cinesi vedono sempre più JD come il luogo in cui acquistare un'ampia selezione di prodotti di qualità con i prezzi più bassi e il miglior servizio. Con la nostra chiara strategia volta a fornire valore agli utenti e ai partner commerciali e una proposta di valore ottimizzata per il futuro, sono fiducioso che JD.com sia ben posizionata per una crescita sostenibile a lungo termine. A livello contabile nel terzo trimestre abbiamo riportato: ricavi netti pari a 34,0 mld $ che rappresentano un aumento dell'1,7% rispetto allo stesso periodo del 2022; un utile netto in aumento del 5,9% a 1,5 mld $; un margine netto del 4,3%, rispetto al 4,1% del terzo trimestre del 2022. Il costo dei ricavi è aumentato dello 0,8% a 28,6 miliardi di dollari; le spese generali e amministrative sono diminuite del 5,6% a 0,3 mld $; i ricavi operativi sono aumentati dell’11,8% a 1,5 mld $; il margine operativo è stato del 4,5%, rispetto al 4,1% del terzo trimestre del 2022; L'EBITDA è aumentato del 12,4% a 1,8 mld $; il margine EBITDA è stato del 5,2%, rispetto al 4,7% del terzo trimestre 2022. Il flusso netto di cassa è stato pari a 1,133 mld $ e la liquidità e le disponibilità liquide equivalenti, ammontavano a 34,3 mld $ al 30 settembre 2023”.

NXP SEMICONDUCTORS + 7,65%. La società è un produttore di semiconduttori che fornisce soluzioni di prodotti standard e segnali misti ad alte prestazioni. Le sue soluzioni sono utilizzate per applicazioni automobilistiche, di identificazione, infrastrutture wireless, ha ri-portato utili nel terzo trimestre 2023 pari a 3,70 $/az. su un fatturato di 3,43 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 3,59 $/az. su un fatturato pari a 3,40 mld $. I ricavi sono diminuiti dello 0,32% rispetto allo stesso trimestre di un anno fa. La società ha affermato che prevede per il quarto trimestre 2023 utili pari a 3,44 e 3,86 $/az. e un fatturato tra 3,30 e 3,50 mld $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 3,61 $/az. e per un fatturato di 3,43 mld $.

Kurt Sievers, Presidente e A.D. di NXP, ha affermato: “NXP ha registrato un fatturato trimestrale di 34 milioni di dollari al di sopra del valore medio delle previsioni. Le tendenze dei ricavi nei nostri mercati, industriale, mobile, IoT e automobilistico si sono comportate tutte in linea o meglio del previsto, mentre il mercato delle infrastrutture di comunicazione e altro è stato leggermente inferiore alle nostre aspettative. La combinazione dei nostri risultati del terzo trimestre e del punto medio delle nostre previsioni per il quarto trimestre indica che i ricavi per l’intero anno 2023 saranno stabili rispetto al 2022 in un contesto di mercato ciclico e impegnativo. A livello contabile nel terzo trimestre abbiamo riportato: ricavi pari a 3,43 mld $, in calo dello 0,3% su base annua; un margine lordo del 58,5% e il margine operativo del 35,0%; un utile netto per azione di 3,70 $. Il flusso di cassa derivante dalle operazioni è stato pari a 988 mln $, con investimenti capex netti pari a 200 mln $, con un conseguente flusso netto di cassa pari a 788 mln $. Durante il terzo trimestre abbiamo riversato ai nostri azionisti 262 mln $ in dividendi in contanti e abbiamo riacquistato 306 mln $ di azioni proprie. L'acconto sui dividendi è stato pagato in contanti il ​​5 ottobre 2023 agli azionisti registrati al 13 settembre 2023. Successivamente alla fine del terzo trimestre, tra il 2 ottobre 2023 e il 3 novembre 2023, NXP ha eseguito ulteriori riacquisti di azioni per un totale di 124 mln $ come da programma”.

PALO ALTO NETWORKS – 2,34%. La società offre una piattaforma di sicurezza della rete aziendale che consente alle aziende, ai fornitori di servizi e agli enti governativi di proteggere le proprie reti e abilitare in modo sicuro le applicazioni in esecuzione sulle loro reti, ha riportato utili nel primo trimestre fiscale 2024 pari a 1,38 $/az. su un fatturato di 1,88 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 1,16 $/az. su un fatturato pari a 1,84 mld $. I ricavi sono cresciuti del 20,13% su base annua. La società ha detto che prevede utili nel secondo trimestre fiscale 2024 tra 1,29 e 1,31 $/az. su un fatturato tra 1,955 e 1,985 mld $.  L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 1,25 $/az. su un fatturato di 1,97 mld $. Infine la società ha detto di aspettarsi utili per l’intero anno fiscale 2024 tra 5,40 e 5,53 $/az. per un fatturato tra 8,15 e 8,20 mld $. L'attuale stima degli analisti per il 2023 per gli utili è pari a 5,33 $/az. su ricavi pari a 8,18 mld $.

Nikesh Arora, Presidente e CEO della società, ha affermato: "Un livello di attacchi senza precedenti sta alimentando una forte domanda nel mercato della sicurezza informatica. Continuiamo a lavorare sulla piattaforma poiché i clienti riconoscono i vantaggi che possiamo offrire semplificando le architetture di sicurezza e ottenendo migliori risultati in termini di sicurezza. I nostri ricavi, i ricavi ricorrenti annualizzati derivanti dalla sicurezza di prossima generazione e le metriche cRPO rappresentano al meglio le nostre prestazioni di punta nel primo trimestre, mentre il fatturato è stata influenzato dal costo del denaro. Abbiamo generato flussi di cassa record e il forte margine operativo dimostrano il nostro impegno nel promuovere una crescita redditizia. Nello specifico nel trimestre a livello contabile abbiamo riportato: ricavi totali cresciuti del 20% su base annua raggiungendo 1,9 mld $, rispetto ai ricavi totali di 1,6 mld $ del primo trimestre fiscale 2023; un utile netto pari a 466,3 mln $, ovvero 1,38 $/az., rispetto ai 266,4 mln $, ovvero 0,83 $/az. del primo trimestre fiscale 2023; spese operative pari a 1,19 mld $ rispetto ai 1,086 mld del primo trimestre fiscale 2023".

ROSS STORES + 4,45%. La società che gestisce due catene di negozi di abbigliamento ed accessori per la casa a prezzi scontati negli Stati Uniti, ha riportato utili nel terzo trimestre 2023 pari a 1,33 $/az. su un fatturato di 4,92 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 1,22 $/az. su un fatturato pari a 4,83 mld $. I ricavi sono aumentati del 7,87% su base annua. La società ha detto che prevede utili nel quarto trimestre 2023 tra 1,56 e 1,62 $/az. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 1,62 $/az. Infine la società ha detto di aspettarsi utili per l’intero anno 2023 tra 5,30 e 5,36 $/az. L'attuale stima degli analisti per il 2023 per gli utili è pari a 5,10 $/az.

Barbara Rentler, A.D. della società, ha affermato: “Siamo lieti che le vendite e gli utili abbiano superato le nostre aspettative per il trimestre poiché i clienti hanno risposto favorevolmente agli ottimi prezzi che abbiamo offerto nei nostri negozi. Il margine operativo per il periodo è stato dell’11,2%, in aumento rispetto al 9,8% dell’anno scorso, poiché l’effetto leva derivante dallo stesso incremento delle vendite in negozio e dai minori costi di trasporto è stato parzialmente compensato da incentivi e salari più elevati. Continuiamo a dover affrontare volatilità macroeconomica, inflazione persistente e, più recentemente, incertezza geopolitica. Inoltre, nel quarto trimestre ci troviamo di fronte a vendite trimestrali più difficili rispetto al 2022. Di conseguenza, riteniamo che sia prudente mantenere un approccio cauto nel prevedere la nostra attività e stiamo ribadendo le nostre precedenti linee guida sulle vendite per il quarto trimestre. A livello contabile nel terzo trimestre abbiamo riportato: un utile per azione pari a 1,33 $, in aumento rispetto a 1,00 $/az. dello stesso trimestre 2022; un utile netto pari a 447 mln $ rispetto ai 342 mln $ dello stesso trimestre 2022; vendite pari a 4,9 mld $, in aumento rispetto ai 4,6 mld $ dello stesso trimestre 2022; spese totali pari a 4,331 mld % in aumento rispetto ai 4,565 mld $ dello stesso trimestre 2022; un flusso di cassa operativo pari a 1,264 mld $ in aumento rispetto ai 1,064 mld $ dello stesso trimestre 2022. Al 28 ottobre 2023 avevamo contanti, mezzi equivalenti e disponibilità liquide vincolate pari a 4,562 mld $ in aumento rispetto ai 3,966 mld $ dello stesso trimestre 2022”.

THE TRADE DESK – 3,70%.  La società gestisce una piattaforma tecnologica basata su cloud che consente agli acquirenti di annunci pubblicitari di ottimizzare la propria spesa, mostrando attraverso l’Internet aperto come utilizzare i dati per ampliare il numero di utenti attraverso la più ampia gamma di siti Web, app, podcast, piattaforme TV in streaming e altro ancora, confrontando le prestazioni in modo aperto e obiettivo. Ha riportato utili nel terzo trimestre pari a 0,33 $/az. su un fatturato di 493.27 mln $. La stima degli analisti per gli utili era di 0,29 $/az. su un fatturato di 487.16 mln $. I ricavi sono cresciuti del 24,95% su base annua. La società ha dichiarato di aspettarsi un fatturato nel quarto trimestre di almeno 580.0 mln $. L'attuale stima degli analisti per i ricavi di è pari a 610.82 mln $.

Jeff Green, cofondatore e CEO della società, ha affermato: “Il terzo trimestre è stato un trimestre forte per The Trade Desk poiché abbiamo accelerato la crescita al 25%. Questa performance sottolinea l’importanza che gli inserzionisti attribuiscono alla precisione, all’agilità e alla trasparenza nel tentativo di massimizzare i rendimenti dalle loro campagne pubblicitarie. Mentre entriamo nel periodo più impegnativo dell’anno e guardiamo avanti al 2024, non siamo mai stati in una posizione migliore per acquisire una quota maggiore del TAM pubblicitario da 1 trilione di dollari. Con il passaggio generazionale al CTV, le crescenti opportunità nello shopper marketing, la nostra leadership nell’identità e il lancio del nostro prodotto più importante di sempre, Kokai, siamo meglio posizionati che mai per aiutare gli inserzionisti a sfruttare i dati per favorire la crescita e differenziare i loro marchi. A livello contabile nel terzo trimestre abbiamo riportato: un utile netto pari a 39.325 mln $ rispetto ai 15.869 mln $ dello stesso trimestre 2022; costi operativi totali pari a 455.589 mln $ in aumento rispetto ai 365.969 mln $ dello stesso trimestre 2022; un EBITDA pari a 199.537 mln $ in aumento rispetto ai 162.721 mln $ dello stesso trimestre 2022. Abbiamo contanti e mezzi equivalenti pari a 1,522 mld $ al 30 settembre 2023. Infine abbiamo riacquistato 90 mln $ delle nostre azioni e abbiamo 273 mln $ disponibili e autorizzati per i riacquisti”.

VERTEX PHARMA – 5,93%. La società che è impegnata nell'attività di scoperta, sviluppo, produzione e commercializzazione di farmaci a piccole molecole per pazienti con malattie gravi, ha riportato utili nel terzo trimestre 2023 pari a 4,12 $/az. su un fatturato di 2,48 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 3,98 $/az. su un fatturato pari a 2,50 mld $. I ricavi sono cresciuti del 6,39% su base annua. La Società ha detto che prevede un fatturato in crescita per tutto il 2023 di circa 9,85 mld $. L'attuale stima degli analisti per il fatturato è pari a 9,87 mld $.

Reshma Kewalramani, Presidente e A.D. della società, ha affermato: “Vertex ha realizzato un altro forte trimestre. Rimaniamo incessanti nel nostro impegno per raggiungere più pazienti con i nostri farmaci per la fibrosi cistica, mentre ci prepariamo per il potenziale lancio del farmaco ‘exa-cel’ in più aree geografiche. La nostra gamma di ricerca e sviluppo continua a fare notevoli progressi e ci aspetta un periodo ricco di pietre miliari, con molteplici traguardi importanti a breve termine, incluso il completamento degli studi cardine di Fase 3 per diversi farmaci nella fibrosi cistica, nella malattia acuta dolore, nonché sulla neuropatia periferica diabetica. A livello contabile nel terzo trimestre abbiamo riportato: ricavi dal prodotto in aumento del 6% a 2,48 mld $ rispetto al terzo trimestre del 2022; un utile netto aumentato del 2% rispetto al terzo trimestre del 2022; spese combinate di ricerca e sviluppo, diritti di proprietà intellettuale acquisiti e spese generali di vendita e amministrative pari a 993 mln $, rispetto ai 758 mln $ del terzo trimestre del 2022. Infine la liquidità, le disponibilità liquide equivalenti e il totale dei titoli negoziabili al 30 settembre 2023 ammontavano a 13,6 mld $, rispetto ai 10,9 mld $ del 31 dicembre 2022. L'aumento è stato principalmente guidato dalla forte crescita dei ricavi e dal flusso di cassa operativo”.

WARNER BROS DISCOVERY + 5,73%. La società è una multinazionale statunitense operante nel settore dei media, con interesse nel settore cinematografico, televisivo, editoriale e nei media digitali. Il gruppo nasce dalla fusione di WarnerMedia, precedentemente parte del gruppo AT&T, e Discovery, ha riportato una perdita nel terzo trimestre 2023 pari a 0,17 $/az. su un fatturato di 9,98 mld $. La stima degli analisti era per una perdita di 0,13 $/az. su un fatturato pari a 10,04 mld $. I ricavi sono cresciuti del 1,59% su base annua.

David Zaslav, Presidente e CEO della società, ha affermato: ”Sono molto soddisfatto degli ottimi risultati finanziari che la nostra azienda ha conseguito nel terzo trimestre, sottolineato da una crescita del 22% dell’EBITDA rettificato e da oltre 2 mld $ di flusso netto di cassa, mettendoci sulla buona strada per superare significativamente i 5 mld $ all'anno e contribuendo a quasi 12 mld $ di rimborso del debito fino ad oggi. Tra i punti salienti, i ricavi sono aumentati dell'1% a valuta costante rispetto al trimestre dell'anno 2022, abbiamo registrato un EBITDA rettificato pari a 2,969 mld $. La perdita netta è stata pari a 417 mln $ e comprendeva 1,758 mld $ di ammortamento trainato da beni immateriali legati alle acquisizioni e da 269 mln $ di spese di ristrutturazione, il tutto al lordo delle imposte. La liquidità fornita dalle attività operative è aumentata a 2,516 mld $. Il flusso netto di cassa è aumentato a 2,059 mld $. Abbiamo ripagato 2,4 mld $ di debito nel corso del terzo trimestre. Al 30 settembre 2023 avevamo 2,4 mld $ e 45,3 mld $ di debito totale con una leva netta di 4,2x. Gli abbonati ‘Direct-to-consumer’ globali sono diminuiti di 0,7 milioni a 95,1 milioni di unità alla fine del terzo trimestre rispetto a 95,8 milioni di abbonati della fine del secondo trimestre. Il ricavo medio per utente tra gli abbonati ‘Direct-to-consumer’ globali è stato di 7,82 dollari, un aumento del 6% al netto del cambio rispetto al trimestre dell'anno precedente. Barbie è stato il film con il maggior incasso nella storia della Warner Bros., generando quasi 1,5 mld $ al botteghino a livello mondiale. Come franchising, The Conjuring Universe ha incassato quasi 2,3 mld $ a livello mondiale, più di qualsiasi altro film horror in franchising. Infine abbiamo lanciato le nuove offerte di programmazione dal vivo con CNN Max e Bleacher Report AddOn, che stanno mostrando i primi segni di coinvolgimento degli utenti. Abbiamo fatto grandi passi avanti in soli 19 mesi e siamo entusiasti di continuare così basandosi su questo forte aumento, mentre ci concentriamo sulla promozione della crescita e della creazione del valore a lungo termine per i nostri azionisti”.

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SEGNALI DI ENTRATA E DI USCITA DEL MODELLO QUANTITATIVO LOMBARD PER IL TRADING SULLE AZIONI NASDAQ TIME FRAME SETTIMANALE. I SEGNALI VENGONO GENERATI UNA VOLTA A SETTIMANA E PUBBLICATI SUL SITO IL LUNEDI MATTINA E VALEVOLI PER TUTTA LE SETTIMANA. IL REPORT SI COMPONE DI SEGNALI DI ACQUISTO PER NUOVE POSIZIONI E DI AGGIORNAMENTO PER I TITOLI GIA' PRESENTI IN PORTAFOGLIO.
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