Strategie Value: FY 2023 per RATTI


Nel corso delle ultime settimane, la segnalazione più deludente della strategia, ha pubblicato il consuntivo del 2023.

Approfondiamo qui di seguito quanto accaduto nel 2023 alla luce delle premesse indicate nel precedente articolo (https://www.lombardreport.com/2024/1/14/rtt9m23/) "...come già affrontato nei precedenti articoli, su RATTI è in atto una strategia di uscita: la speranza è di riuscire a contenere le perdite. Il destino è però segnato: la tanto attesa svolta non si è mai materializzata. Si attende solo un'occasione (migliore) per uscire".

FATTURATO DI RATTI:

Dal punto di vista dei ricavi, la crescita realizzata da RATTI è stata pari a circa il +4%. Dal 2020 sono stati "recuperati" € 21 mln ma per tornare al periodo pre-Covid19, la distanza è ancora notevole: mancano all'appello ancora ben € 24 mln.

Sulla base di quanto indicato dal management all'interno della relazione semestrale del 2023, nonostante il condizionale utilizzato nel testo, sarebbe stato lecito attendersi un secondo semestre più tonico del primo.

Analizzando quanto accaduto, si nota un andamento opposto alle aspettative: il trend dei ricavi nei primi due trimestri la crescita ha evidenziato una crescita molto più elevata di quanto registrato nella seconda metà dell'anno: Q1 +12,61%, Q2 +16%, Q3 -5,38% e Q4 -3,39%.

MARGINALITA' DI RATTI:

Dal punto di vista della marginalità, il lieve incremento dei ricavi non si è affatto trasformato in un miglioramento dei profitti, tutt'altro.

Purtroppo, nel 2023, oltre ad emergere una netta contrazione dell'EBITDA MARGIN % si rileva anche una perdita netta (NET MARGIN % -2,06%).

Con il grafico che segue si nota ancora meglio quanto sia stato l'impatto descritto: a fronte di un aumento del 4% dei ricavi, l'EBITDA MARGIN % passa dal 9,03% al 3,8%. Lo scenario pre-Covid19 è assolutamente troppo distante: € 116,3 mln di ricavi con il 17,37 % di EBITDA MARGIN %.

Dal punto di vista stagionale, il primo semestre aveva registrato un lieve miglioramento.

Ma l'andamento della seconda metà del 2023 ha azzerato qualsiasi buon proposito di recupero.

Analizzando quanto indica il management nel comunicato stampa, "l'’incremento dei ricavi, guidato da uno spostamento del mix del prodotto venduto verso articoli a maggiore prezzo unitario, non ha compensato gli aumentati costi dei fattori produttivi, che sono stati negativamente impattati dall’incremento delle tariffe energetiche e da una non completa saturazione degli impianti", emerge che, l'incremento del fatturato è stato guidato più da aumenti di prezzo che da volumi. Per effetto di ciò, la mancanza di saturazione degli impianti ha ridotto la leva operativa, aumentando, inevitabilmente, l'incidenza dei costi fissi sui volumi prodotti. 

Relativamente all'altro fattore chiamato in causa dalla nota, "i costi energetici", il quadro del 2023, come dimostra il grafico qui sotto (costo medio monorario), seppur ancora distante dal periodo pre-pandemico, si è presentato in netto miglioramento rispetto allo scenario vissuto nel 2022. 

FLUSSI DI CASSA DI RATTI:

Quanto descritto sopra trova una diretta conseguenza nei flussi di cassa: la situazione di RATTI è ben lontana dal periodo pre-pandemico. A fronte di un fabbisogno di CAPEX pressochè costante, il quadro del cash operativo si è gradualmente assottigliato.

OUTLOOK DI RATTI PER IL 2024:

Il Gruppo Ratti annovera fra i propri clienti i maggiori protagonisti del lusso mondiale, i quali prevedono per l’anno appena iniziato una crescita più moderata di quella messa a segno nell’esercizio precedente. I primi mesi dell’anno 2024 evidenziano per il Gruppo una raccolta ordini sostanzialmente in linea rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il rallentamento previsto dai clienti, unitamente ad uno scenario macroeconomico di tassi elevati e incertezza geopolitica, suggerisce di mantenere cautela per l’anno.

GRAFICO DI RATTI:

Il titolo, inserito in un canale ribassista dal Covid-crash, sta testando i minimi raggiunti nel 2017. La tenuta di questo supporto è fondamentale, non si può pertanto escludere una reazione tecnica rialzista.

RIFLESSIONI:

L'ultimo trimestre del 2023, come era probabile, non è riuscito ad invertire la rotta: la frenata evidenziata nel secondo semestre ha determinato una modesta crescita dei ricavi che ha sacrificato enormemente la marginalità.

Il sentiero ipotizzato in sede di segnalazione non si è, purtroppo, (quasi) mai realizzato. Il mondo del LUXURY, tranne in qualche caso isolato, ha superato già da un po' la fase pre-Covid19 ma il fornitore RATTI non è riuscito a beneficiare di questo trend.

L'andamento della marginalità evidenziata nel secondo semestre del 2022 (15,74% VS 14,29% del H2 2019) aveva riacceso le speranze: l'andamento era addirittura superiore al 2019. Ma nel 2023, il sentiero ha subito una nuova battuta di arresto.

A livello patrimoniale, RATTI conferma senza dubbio la sua ottima solidità: malgrado un peggioramento della PFN, la situazione attuale rimane buona.

L'aspetto più preoccupante riguarda la difficoltà evidenziata da RATTI nel recuperare il profilo di marginalità e crescita vantato nel periodo pre-pandemico. Secondo quanto indicato anche dal management, anche per il 2024 lo scenario non sembra diverso, anzi "....il rallentamento previsto dai clienti, unitamente ad uno scenario macroeconomico di tassi elevati e incertezza geopolitica, suggerisce di mantenere cautela per l’anno".

A livello societario, il 15 febbraio, la società ha reso noto il mancato rinnovo del patto parasociale tra Marzotto Spa e Faber Five avviato nel 2010.

Sulla base di quanto analizzato, non essendosi finora concretizzate le ipotesi di recupero, si rende necessaria una decisione.

Non si può escludere che nel medio periodo, RATTI possa ritornare a splendere come nel suo passato: il know-how è noto e le ottime relazioni commerciali rappresentano senza dubbio elementi su cui la società potrà basare il proprio percorso di rilancio. Anche dal punto di vista puramente tecnico, l'avvicinarsi dei minimi raggiunti nel 2017, può determinare una qualche forma di reazione rialzista.

Questa rubrica però è basata sui principi del value investing e pertanto, benchè si seguano orizzonti temporali di lungo periodo, non si può pazientare all'infinito: quando l'attesa si dimostrata vana occorre prenderne atto. Oltre a ciò, quanto indicato per il 2024 dal management rappresenta un ulteriore elemento che rischia di allungare i tempi di recupero.

Tutto ciò premesso, con grande dispiacere, la segnalazione si chiude qui. 

RIEPILOGO DELLE SEGNALAZIONI:

PORTAFOGLIO TOTAL RETURN:

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