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NASDAQ100 WEEKLY - Pullback settimanale sugli indici azionari USA !


BUONA PASQUA A TUTTI.

PULLBACK SUGLI INDICI AZIONARI USA CON L’S&P500 CHE E’ RIUSCITO A REGISTARE UN NUOVO RECORD. LA PROSSIMA SETTIMANA SONO ATTESI MOVIMENTI RILEVANTI SUI LISTINI PER LA PUBBLICAZIONE DI DATI MACRO IMPORTANTI.

Analisi grafica dell’indice di riferimento di una parte delle nostre operazioni, il NASDAQ100. Unico listino dei tre maggiori a riportare una modesta perdita nel corso della settimana. Al palo le quotazioni dei titoli ‘Magnificent Seven’ e dei titoli del settore dei semiconduttori, ad eccezione di MICRON che prosegue la marcia rialzista della scorsa settimana, ad evitare perdite più pesanti ci ha pensato il settore delle utilities con i titoli AMERICAN ELECTRIC POWER, CONSTELLATION e DIAMONDBACK con buoni guadagni settimanali e soprattutto ci ha pensato l’ottima trimestrale di CINTAS (che riportiamo nel relativo capitolo), con i prezzi che hanno fatto registrare un nuovo record a 704 $ con un guadagno di oltre il 10%. Questa rotazione settoriale ha portato l’indice Nasdaq100 ‘equal weighted’ a registrare un guadagno settimanale dello 0,44% portando così la performance annuale al + 5,45% riducendo ulteriormente la forbice dal listino normale. Graficamente notiamo la fase di consolidamento dei prezzi sotto la resistenza in area 18500 punti, corrispondente all’estensione del 78,6% di onda 1 di (5) partendo dal minimo di onda 2 di (5). Pertanto al rialzo diventa molto importante attaccare e superare la suddetta area per poi andare a testare la proiezione in area 19150 corrispondente al 100% di onda 1 di (5) partendo dal minimo di onda 2 di (5). Possibili correzioni prima in area 18000 quindi in area 17800 punti. Il livello di RSI a 57 indica che tutti e due gli scenari sono possibili anche in base agli importanti dati macro che usciranno la prossima settimana. Staremo a vedere. La settimana si è chiusa a 18254.69 con una perdita del – 0,46% rispetto alla chiusura della scorsa settimana, il che porta ad un guadagno del + 8,49% rispetto alla chiusura del 2023.

Molti investitori nutrivano grandi speranze per il 2024. Il robusto rally del mercato nel primo trimestre è comunque riuscito a sorprenderli. Tutto, dalle azioni ai bitcoin all'Oro, ha marciato verso nuovi record. L'S&P500 ha guadagnato il 10% nel primo trimestre, il miglior inizio d'anno dal 2019. Qualsiasi debolezza nel mercato azionario non è durata più di poche sessioni, con gli investitori che hanno comprato il calo e hanno spedito l'indice sui massimi di sempre in chiusura di contrattazioni settimanale e trimestrale. E non è solo un piccolo gruppo di titoli tecnologici a mega capitalizzazione a partecipare al rally. Tutti gli 11 settori dell’S&P500 tranne uno sono in rialzo. Con un inizio d’anno così frenetico, alcuni investitori si chiedono se i rendimenti diventeranno più difficili da qui in avanti. Secondo Dow Jones Market Data, le società dell’S&P500 hanno guadagnato più di 9mila miliardi di dollari in valore di mercato dal minimo dello scorso ottobre. Il dominio dei titoli dei cosiddetti ‘Magnifici Sette’ si è affievolito con i forti arretramenti di Tesla e Apple nel primo trimestre, hanno perso rispettivamente quasi il 30% e il 10% del proprio valore di mercato dall’inizio dell’anno, ma il resto del mercato è rimasto vivace. Più della metà dei titoli azionari del listino hanno raggiunto nuovi massimi a 52 settimane. E non è affatto una brutta cosa. I titoli legati all’intelligenza artificiale, in particolare, hanno guadagnato terreno, prolungando una corsa iniziata la scorsa primavera. Le azioni di NVIDIA, che produce chip che alimentano la tecnologia AI, sono aumentate di circa l’82%. Altri titoli di semiconduttori come Advanced Micro Devices, Applied Materials, Micron Technology, hanno guadagnato ciascuno più del 20%, Super Micro Computer entrato nell'indice S&P500 questo mese, è in rialzo di oltre il 200%. Altri fattori appaiono molto più importanti. Per cominciare, la ‘correlazione’, o la tendenza a muoversi nella stessa direzione tra i singoli titoli è scesa a livelli molto bassi, segno che i fattori idiosincratici, non quelli macro, stanno avendo l’impatto più diretto sulle azioni. Ciò significa che i movimenti verso l’alto e verso il basso possono annullarsi a vicenda, risultando in un movimento silenzioso a livello dell’indice. La scorsa settimana le azioni vincenti dell’indice NYSE Composite hanno superato i perdenti con un rapporto di 2 a 1, con grandi guadagni nelle società più piccole che hanno contribuito a compensare le perdite altrove. E non è affatto una brutta cosa.

La storia suggerisce che le azioni sono ben posizionate per far durare i bei tempi. Quando l’S&P500 guadagna l’8% o più nel primo trimestre, chiude il resto dell’anno in rialzo nel 94% dei casi, con un guadagno medio del 9,7% nei tre trimestri successivi, secondo un’analisi dei dati di mercato del Dow Jones dal 1950 ad oggi.

Anche anni di elezioni presidenziali come questo tendono a concludersi con guadagni del mercato azionario. Dal 1950, l’indice S&P500 è cresciuto nell’83% dei casi durante l’anno delle elezioni presidenziali e in quegli anni ha registrato un guadagno medio del 7,3%, secondo i dati di mercato di Dow Jones.

Secondo FactSet, si prevede che gli utili per il primo trimestre siano aumentati di circa oltre il 3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Per tutto l’anno 2024, gli analisti prevedono una crescita degli utili dell’11%. Tuttavia, le azioni potrebbero apparire sopravvalutate se le società non riuscissero a fornire i profitti attesi. Secondo FactSet, le società dell’indice S&P500 vengono scambiate a circa 21 volte gli utili previsti nei prossimi 12 mesi, al di sopra della media quinquennale di 19.

Graficamente notiamo come la settimana ‘corta’ abbia prodotto un bel pullback con l’aggiornamento di un nuovo record a 5264.85 per poi chiudere l’ottava 10 punti più in basso, ma nuovamente sopra l’area di resistenza dei 5230 punti corrispondente all’estensione del 78,6% di onda 3 di (5) partendo dal minimo di onda 2 di (5). Visto anche il livello di RSI a 67, nulla osta che domani alla riapertura dei mercati, l’indice possa registrare nuovi massimi storici e la prosecuzione del trend rialzista verso la proiezione del 100% di onda 3 di (5) in area 5375/5380. Possibili correzioni potranno testare il minimo di martedì in area 5200, quindi l’area 5175 punti. A riprova della rotazione settoriale in corso sull’indice ‘normale’, notiamo nuovi massimi per l’indice S&P500 ‘equal weighted’ nella giornata di giovedì, che fa segnare il proprio record a 6888.48, per poi ripiegare di poco in chiusura di ottava, portando il guadagno da inizio anno al 5,66% ma ampliando il gap al 4,12% rispetto all’S&P500 ‘normale’. L’indice Cboe Volatility Index (VIX) nella giornata di giovedì scorso si è portato nuovamente in area 13,00 punti. Con l’economia e gli utili societari che mostrano resilienza in un contesto di tassi più alti, la volatilità potrebbe rimanere bassa per un bel po’ di tempo, e forse scendere ancora più in basso. Rispetto al VIX, rimane stazionaria e sempre alta la situazione sull’indice della ‘paura’ e parliamo dello skew del CBOE sull’S&P500 – un indicatore del mercato delle opzioni per la domanda relativa di contratti call al rialzo rispetto a contratti put al ribasso – che ha oscillato dai 154 punti della scorsa settimana fino a 157 di martedì per poi chiudere l’ottava a 155,5 punti mantenendo alta la copertura del rischio. La settimana si è chiusa a 5254.34 con un guadagno del + 0,35% rispetto alla chiusura della scorsa settimana, il che porta ad un guadagno del + 10,16% rispetto alla chiusura del 2023.

Se il pullback sull’S&P500 è riuscito a produrre un nuovo record, la stessa situazione non è riuscita alle performance del listino delle major, il DOW JONES, ma solo per pochi punti. Le quotazioni nella settimana sono trascorse, come preventivato nel precedente articolo, tra l’area di supporto dei 39200 e l’area di resistenza dei 40000 punti. Uno dei migliori titoli della settimana è stato il THE WALT DISNEY che ha guadagnato il 5,60%. Per la prossima settimana gli importanti dati macro in pubblicazione daranno un impulso ai movimenti ad iniziare da domani in apertura quando dovrà essere assorbito il dato PCE di venerdì per poi concludersi con i dati sull’occupazione di marzo previsti per venerdì prossimo. L’attesa è ovviamente per un superamento di quota 40000 punti verso la prossima proiezione situata in area 40825 con il valore di RSI a 65 che permetterebbe ciò. Tuttavia nulla osta ad un proseguimento della fase di consolidamento senza però scendere sotto il supporto dei 39200 punti. Vedremo. La settimana si è chiusa a 39807.37 39475.91 con un guadagno del + 0,84% rispetto alla chiusura della scorsa settimana, il che porta ad un guadagno del + 5,62% rispetto alla chiusura del 2023.

ORO INDEX

Nuovo, prorompente, vertiginoso e indecifrabile rialzo dell’Oro che porta il future di aprile al record di 2254,8 $/oz., con il prezzo ‘spot’ anch’esso sui massimi storici a 2233,10 $/oz. A marzo il guadagno è stato del 9,94%, il maggiore guadagno mensile da luglio 2020.

Questo non è stato di per sé un evento inflazionistico, ma ha danneggiato la sicurezza percepita dei titoli del Tesoro statunitense, forse la più importante riserva di valore nel sistema finanziario globale e con un valore del Dollaro USA alto. Ciò evidenzia un altro aspetto meno apprezzato dell’attrazione dell’Oro, la cui virtù principale è che non rappresenta una responsabilità per nessuno. Non ha passaporto nazionale e non ha politica.

Quando la fiducia nella società e nelle istituzioni politiche si sgretola, l’attrattiva del metallo giallo e di altri beni preziosi come i diamanti aumenta come riserve di valore alternative che non dipendono dagli accordi sociali. Al momento attuale la guerra in Ucraina continua, le tensioni tra Cina e Stati Uniti aumentano e nel prossimo futuro non è da escludere uno scontro per Taiwan. Si avvicina una delle elezioni presidenziali più controverse della storia degli Stati Uniti, con entrambe le parti politiche che temono conseguenze insolitamente disastrose qualora dovessero perdere.

In una nota recente, i gestori patrimoniali hanno sottolineato l’aumento degli acquisti di Oro da parte delle banche centrali di tutto il mondo che hanno raggiunto i livelli più alti dagli anni ’60. Prima del 2022, le banche centrali non avevano mai acquistato più di 650 tonnellate di oro in un singolo anno, ma la situazione è cambiata nel 2022. Le banche centrali hanno risposto all’inizio della guerra in Ucraina nel febbraio 2022 e all’impennata dell’inflazione, combinata con valori valutari più deboli intorno al mondo, per aggiungere la cifra record di 1.082 tonnellate alle proprie casse, un enorme aumento del 66% rispetto al record precedente.

Nel 2023, le banche centrali non hanno superato del tutto quel record, ma hanno aggiunto un secondo anno consecutivo di oltre 1.000 tonnellate con 1.029 tonnellate di acquisti di Oro, secondo i dati del World Gold Council. Le banche centrali detengono ora circa 36.700 tonnellate o 1,18 miliardi di once troy d’oro, per un valore di 2,57 trilioni di dollari.

Le banche centrali sono acquirenti netti di oro ogni anno dal 2010, con un importo in crescita negli ultimi quattro tumultuosi anni post-COVID. Il World Gold Council riferisce che la maggior parte degli acquisti durante il quarto trimestre del 2023 provenivano dai mercati emergenti, poiché si diversificano dal dollaro statunitense. La Banca Popolare Cinese è stata il maggiore acquirente nel quarto trimestre, aggiungendo 225 tonnellate. La Polonia è stata la seconda più grande, con 130 tonnellate, seguita da Singapore con 77 tonnellate, l’unico paese “sviluppato” o ricco acquirente, con tali acquirenti compensati dalle vendite di oro da parte di alcune altre nazioni.

Il World Gold Council ha inoltre riferito che i deflussi dagli ETF sull’Oro sono continuati a febbraio, per il nono mese consecutivo di deflussi netti dagli ETF. Tuttavia, i due recenti cicli di deflussi sostenuti hanno avuto un impatto negativo minimo sulla performance del prezzo dell’Oro, che è stato sostenuto dalla resiliente domanda dei consumatori e dagli acquisti delle banche centrali. Hanno affermato che gli ETF statunitensi hanno avuto più in deflussi, mentre l’Asia ha registrato afflussi netti per 12 mesi consecutivi.

Ma andiamo con ordine e vediamo come si è sviluppata la settimana appena trascorsa per le quotazioni dell’Oro.

Dopo l'impressionante ripresa osservata nella seconda metà della settimana precedente dal Dollar Index (che replica la performance del Dollaro USA rispetto a un paniere di sei principali valute), nella giornata di lunedì il valore ha virato al ribasso consentendo alle quotazioni dell’Oro in territorio positivo. I commenti aggressivi da parte dei funzionari della FED, tuttavia, hanno reso difficile per il metallo giallo di acquisire ulteriore slancio rialzista. Il presidente della FED di Atlanta, Raphael Bostic, ha detto che si aspetta che la banca centrale americana abbassi il tasso ufficiale una volta quest’anno e il governatore della FED, Lisa Cook, ha aggiunto che ci sono rischi nell’allentare la politica troppo o troppo presto, così come troppo tardi.

Nella giornata di martedì le quotazioni dell’Oro salivano a 2200 $/oz. durante le ore di negoziazione europee per poi invertire la direzione nella seconda metà della giornata, con i dati positivi provenienti dagli Stati Uniti che hanno aiutato l'USD a mantenere la sua posizione. Gli ordini di beni durevoli negli Stati Uniti sono aumentati dell'1,4% su base mensile a febbraio, dopo la contrazione del 6,9% registrata a gennaio.

Mercoledì, in assenza di fattori trainanti fondamentali, le quotazioni dell’Oro riacquistavano verve avanzando fino a 2218 $/oz. nonostante i commenti aggressivi del governatore della FED, Christopher Waller, il quale ha osservato che la FED non ha fretta di abbassare il tasso di riferimento, sostenendo che potrebbe essere opportuno mantenere la posizione restrittiva più a lungo di quanto si pensasse in precedenza per aiutare l’inflazione a tornare verso l’obiettivo del 2% su una traiettoria sostenibile.

Ma è nella giornata di giovedì che le quotazioni della commodity sono esplose fino al nuovo record di 2254,8 $/oz. dopo che il Bureau of Economic Analysis (BEA) ha annunciato che la crescita annualizzata del prodotto interno lordo (PIL) reale per il quarto trimestre è stata rivista al rialzo al 3,4% dal 3,2% della stima precedente.

Infine venerdì, a mercati chiusi, il Bureau of Economic Analysis (BEA) ha annunciato che l'inflazione negli Stati Uniti, misurata dalla variazione dell'indice dei prezzi delle spese per consumi personali (PCE), è aumentata leggermente al 2,5% su base annua a febbraio. La lettura ha soddisfatto le previsioni di consenso e ha seguito l'aumento del 2,4% di gennaio. L’indice Core dei prezzi PCE, che esclude la volatilità dei prezzi alimentari ed energetici, è aumentato a un ritmo annuo del 2,8%, in linea con le aspettative del mercato.

Ora il prezzo dell’Oro dovrà affrontare un rischio bidirezionale la prossima settimana, dato che nella giornata di lunedì prossimo i prezzi dell’Oro dovranno assorbire il dato PCE e PCE ‘core’ di venerdì, inoltre sono previste di verse importanti pubblicazioni di dati macro ad iniziare dai dati PMI manifatturieri di marzo a cura dell’ISM e di S&P Global, si prevede che il PMI principale dell’ISM salirà leggermente a 48. Una lettura superiore a 50 potrebbe fornire una spinta al Dollaro con una reazione immediata per le quotazioni dell’Oro.

Martedì, il Bureau of Labor Statistics (BLS) pubblicherà i dati sulle aperture di lavoro JOLTS per febbraio. A meno che questi dati non si discostino significativamente dal valore di gennaio di 8,86 milioni, la reazione del mercato rimarrà probabilmente contenuta. Infine venerdì la BLS pubblicherà l’attesissimo rapporto sul mercato del lavoro. Si prevede che l'occupazione nel settore pubblico (NFP) aumenterà di 200.000 unità a marzo, dopo l'aumento di 275.000 registrato a febbraio. Si prevede che il tasso di disoccupazione rimanga stabile al 3,9%, mentre si prevede che l'inflazione salariale mensile, misurata dalla variazione della retribuzione oraria media, salirà dallo 0,1% allo 0,3% su base mensile. Differenze sostanziali da ambo le parti potrebbero produrre reazioni da parte del Dollaro e a ricaduta sulle quotazioni dell’Oro.

Prospettive tecniche dell’Oro

Pertanto, a meno di forti variazioni nei numeri dei dati macro, le prospettive a medio termine per l’Oro rimangono rialziste verso la successiva area di proiezione posta a 2290/2300 $/oz. Tuttavia, è probabile una fase di consolidamento o stabilizzazione man mano che il mercato si adatterà ai recenti massimi e le aspettative degli investitori si adegueranno. A questo punto un primo livello di supporto lo troviamo in area 2200/2190 $/oz. mentre il livello di supporto tecnico chiave dell'Oro lo troviamo in area 2150 $/oz.

Passando agli altri due metalli preziosi, i prezzi del Platino per l’ennesima volta sono ritornati a ballare tra l’area 900 $/oz. e i 925 $/oz. dove è posizionata la M.M. semplice a 200 periodi. Livelli chiave rimangono sempre i 960 $/oz. al rialzo e gli 880 $/oz. al ribasso.

Riguardo alle quotazioni dell’Argento, bene abbiamo fatto ad uscire dal nostro investimento in quanto le quotazioni, dopo aver tentato l’attacco ai 26 $/oz. sono state ricacciate fino in area 24,50 $/oz. sotto l’area di supporto dei 25 $/oz., area che è stata recuperata in chiusura di ottava. L’obiettivo primario rimane sempre quello del superamento dell’area 26$/oz. per andare a testare l’area del doppio massimo recente a 26,50 $/oz.

La quotazione settimanale dell’Oro si è chiusa a 2254.80 $/oz. con un guadagno del + 4,08% rispetto alla precedente settimana che porta ad un guadagno da fine anno del + 9,17%. La settimana della commodity in modalità spot si è chiusa a 2233.10 $/oz. Di seguito il grafico weekly dell’ORO FUTURES APRILE 2024 che riportiamo per dare completezza dei dati precedenti, mentre il contratto di GIUGNO presenta già volumi più alti e che proporremo a partire dalla prossima settimana:

DATI MACROECONOMICI

Le vendite di nuove case unifamiliari negli Stati Uniti sono diminuite dello 0,3% rispetto al mese precedente a un tasso annualizzato destagionalizzato di 662.000 nel febbraio 2024, nettamente al di sotto delle aspettative del mercato di 675.000, per ridurre l'aumento rivisto dell'1,7% rispetto al mese precedente.

Secondo la stima rivista del governo per il prodotto interno lordo (PIL), nel quarto trimestre l'economia statunitense è cresciuta ancora più di quanto si pensasse. I nuovi ordini di beni durevoli negli Stati Uniti sono aumentati dell’1,4% su base mensile nel febbraio 2024, più delle aspettative del mercato di un aumento dell’1,1% e dopo un calo del 6,9% rivisto al ribasso a gennaio.

Gli ordini di beni strumentali non legati alla difesa, esclusi gli aerei, un indicatore attentamente monitorato dei piani di spesa aziendale, sono aumentati dello 0,7% su base mensile a febbraio 2024, il primo guadagno in tre mesi e molto più alto delle previsioni di un aumento dello 0,1%

I prezzi delle case nelle 20 più grandi aree metropolitane degli Stati Uniti hanno raggiunto un nuovo massimo mentre il mercato immobiliare fa i conti con una continua mancanza di case in vendita. L’indice S&P CoreLogic Case-Shiller dei prezzi delle case è aumentato del 6,6% su base annua a gennaio 2024, accelerando rispetto all’aumento del 6,2% di dicembre e rispetto alle aspettative del mercato di un aumento del 6,7%. Ha segnato il maggiore aumento dei prezzi da novembre 2022.

I prezzi medi delle case unifamiliari con mutui garantiti da Fannie Mae e Freddie Mac, una misura più ampia dei prezzi delle case a livello nazionale, sono aumentati del 6,3% a gennaio, in rallentamento rispetto al aumento del 6,7% rivisto al rialzo del mese precedente. L’aumento annuale è stato il più rapido dal 2022.

La fiducia dei consumatori è scesa a marzo ai minimi di quattro mesi poiché l’inflazione persistente e le elezioni presidenziali del 2024 hanno reso gli americani più ansiosi, come ha mostrato un nuovo sondaggio. L'indice della fiducia dei consumatori è scivolato a 104,7 questo mese da un 104,8 rivisto al ribasso (originariamente 106,7) di febbraio e nettamente sotto i 107 punti attesi dagli analisti ha detto martedì.

ll numero di persone che richiedono l'indennità di disoccupazione è diminuito di 2.000 unità a 210.000 nella settimana terminata il 23 marzo, battendo le aspettative del mercato di 215.000, continuando a rimanere su livelli molto bassi in un segnale di forza per l'economia. Nel frattempo, le richieste continuative sono aumentate di 24.000 unità a 1.819.000 nella settimana precedente, compensando la revisione al ribasso di inizio marzo per raggiungere il livello più alto da metà gennaio.

Il Chicago PMI si è ulteriormente indebolito a marzo, scendendo a 41,4 da 44 del mese precedente e ha mancato le previsioni di mercato pari a 46 punti. L'ultima lettura ha indicato che l'attività economica di Chicago si è contratta per il quarto mese consecutivo a marzo, e nella massima misura in dieci mesi.

Secondo un sondaggio dell’Università del Michigan, la fiducia dei consumatori è salita al livello più alto degli ultimi tre anni, poiché gli americani hanno espresso maggiore fiducia nel fatto che l'inflazione si sarebbe allentata e avrebbe ridotto la tensione finanziaria sulle famiglie. Il dato è stato rivisto al rialzo a 79,4 a marzo, da un preliminare di 76,5, il più alto da luglio 2021.

Le vendite di case in attesa negli Stati Uniti sono aumentate dell’1,6% rispetto al mese precedente nel febbraio 2024, riducendo il calo del 4,9% del mese precedente e soddisfacendo vagamente le aspettative del mercato di un aumento dell’1,5%.

I prezzi core PCE che escludono le componenti volatili dei prodotti alimentari ed energetici, sono aumentati dello 0,3% il mese scorso. Ciò ha fatto seguito a un guadagno dello 0,5% rivisto al rialzo a gennaio. In precedenza, il cosiddetto indice dei prezzi PCE core era aumentato dello 0,4% a gennaio.

Il tasso annuo di inflazione core PCE è aumentato del 2,8% su base annua a febbraio, il guadagno più basso da marzo 2021, dopo essere aumentato del 2,9% a gennaio e corrispondendo alle aspettative del mercato. La FED tiene in forte considerazione le misure dei prezzi PCE per la politica monetaria.

Il reddito personale in febbraio è aumentato dello 0,3% rispetto al mese precedente, decelerando rispetto all’aumento elevato dell’1% registrato in un anno nel mese di febbraio e leggermente al di sotto delle aspettative del mercato per una crescita dello 0,4%.

La spesa personale dei consumatori, che rappresenta oltre i due terzi dell’attività economica statunitense, è aumentata dello 0,8% nel mese di febbraio. Questo è stato l’aumento più grande da gennaio 2023 e ha fatto seguito ad un aumento dello 0,2% a gennaio. Al netto dell'inflazione, la spesa al consumo è rimbalzata dello 0,4% dopo essere scesa dello 0,2% a gennaio.

PORTAFOGLI AZIONARI

Settimana di festività anche per i nostri Portafogli azionari. Partendo dal Portafoglio Storico, abbiamo portato a casa degli ovetti di Pasqua (con quel che costa il cacao) andando a target sul titolo francese IPSEN con un guadagno del + 7,44%, mentre sul titolo HONEYWELL per TRE soli tick non ci hanno eseguito (a volte sembra che ci vedano, scherzo naturalmente). Bene anche sull’ultimo titolo acquistato, il trasportatore statunitense J.B. HUNT, mentre qualche sofferenza sempre sul titolo tedesco AIXTRON e sul titolo statunitense CHARTER COMMUNICATION con quest’ultimo che deve assolutamente superare la resistenza dei 300 $.  Ribadisco sempre, anche a beneficio dei nuovi abbonati, che stiamo procedendo con piccolissimi acquisti in quanto il timore di prendere una bastonata sui denti è alto, e purtroppo ci troviamo in una situazione che a forza di gridare ‘al lupo, al lupo’ da parte di tanti istituzionali, economisti, analisti e chi più ne ha più ne metta, il LUPO non si fa vedere e il cammino prosegue liscio e spedito. AMEN ! Meglio perdere un’occasione che lasciare sul ‘parterre’ tanti soldini.

Per quanto riguarda il portafoglio The Challenge, prosegue l’eliminazione degli ETF che, se nel periodo dopo COVID ci hanno dato delle belle soddisfazioni, ora con i mercati sui massimi storici non producono più gli attesi ritorni, anzi non si riesce neanche a recuperare le perdite. Pertanto con i sottostanti Bitcoin sui massimi storici e l’Etheurem quasi, siamo stati costretti a vendere l’ETF VANECK CRYPTO & BLOCKCHAIN con una perdita del 40% (!!!). Ricordo a tutti che al momento del nostro acquisto nel dicembre 2021 a 13 € il Bitcoin quotava tra i 46.000 e i 47.000 $ e l’Etheurem quotava 3.600 $, quanto oggi. A distanza di poco più di due anni con il Bitcoin a 72.000 $, l’ETF quota 7,59 € quasi la metà. Che dire ? Un furto bello e buono. Come su altri settori innovativi che avevamo e tuttora abbiamo in Portafoglio, dovevamo provarci. Nel complesso delle operazioni, abbiamo fatto esperienza guadagnandoci anche qualcosa. Anche su codesto Portafoglio, a proposito di nuovi acquisti, procediamo con i piedi di piombo riproponendo nella sez. ‘nuovi ordini’, l’acquisto del titolo ADOBE INC. ai nostri prezzi

Alla prossima.

PUBBLICAZIONE DELLE TRIMESTRALI ECONOMICHE SUI TITOLI DEL NASDAQ100 USCITI NELLA SCORSA SETTIMANA.

CINTAS + 7,45%. La società produce e vende uniformi di identità aziendale. Opera in quattro segmenti: noleggio uniformi e prodotti accessori, vendita diretta uniforme, pronto soccorso, servizi di sicurezza e protezione antincendio e servizi di gestione dei documenti, ha riportato utili nel terzo trimestre fiscale 2024 pari a 3,84 $/az. su ricavi per 2,41 mld $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 3,56 $/az. su ricavi per 2,39 mld $. Il fatturato è cresciuto del 9,87% su base annua. La società ha alzato le previsioni per l’intero anno fiscale 2024 per gli utili tra 14,80 e 15,00 $/az. su ricavi tra 9,57 e 9,60 mld $ e l'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 14,57 $/az. su ricavi per 9,56 mld $.

Todd M. Schneider, Presidente e A.D. di Cintas, ha dichiarato: "I risultati del nostro terzo trimestre fiscale riflettono l'eccezionale dedizione e performance dei nostri dipendenti, che chiamiamo partner. Ciascuno dei nostri segmenti operativi continua a operare a un livello elevato, il che ha portato alla robusta crescita dei ricavi. Sulla base dei risultati del terzo trimestre fiscale, stiamo aumentando la nostra previsione finanziaria per l'intero anno fiscale 2024. A livello contabile nel terzo trimestre fiscale abbiamo riportato: I ricavi pari a 2,41 mld $ rispetto ai 2,19 mld $ del terzo trimestre 2023, in incremento del 9,9%; costi e spese generali pari a 1,885 mld $; un margine lordo pari a 1,19 mld $ rispetto a 1,03 mld $ del terzo trimestre 2023, in aumento del 14,9%; un utile operativo in aumento del 16,6% a 520,8 mln $ rispetto ai 446,8 milioni di dollari del terzo trimestre 2023; un utile netto pari a 397,6 mln $ rispetto ai 325,8 mln $ del terzo trimestre 2023 in aumento del 22,0%; un utile per azione pari a 3,84 $ rispetto ai 3,14 $ del terzo trimestre 2023 in incremento del 22,3%. Al 29 febbraio 2024 avevamo contanti e mezzi equivalenti pari a 128,483 mln $.”

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SEGNALI DI ENTRATA E DI USCITA DEL MODELLO QUANTITATIVO LOMBARD PER IL TRADING SULLE AZIONI NASDAQ TIME FRAME SETTIMANALE. I SEGNALI VENGONO GENERATI UNA VOLTA A SETTIMANA E PUBBLICATI SUL SITO IL LUNEDI MATTINA E VALEVOLI PER TUTTA LE SETTIMANA. IL REPORT SI COMPONE DI SEGNALI DI ACQUISTO PER NUOVE POSIZIONI E DI AGGIORNAMENTO PER I TITOLI GIA' PRESENTI IN PORTAFOGLIO.
ASTENERSI PRIMA DI AVERE COMPRESO CON ESATTEZZA IL PROFILO DI RISCHIO E LE CARATTERISTICHE TECNICHE DEL SERVIZIO CON LA LETTURA DELLE SPIEGAZIONI POSTE NELLA DICITURA "Il Portafoglio LombardReport": (clicca qui >>>
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ORDINI DI ACQUISTO NUOVE POSIZIONI DELLA SETTIMANA (01/04/2024)

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